L’oblio dei Natali che furono – prima parte
L’inverno, penetrava fitto nei cuori e nell’animo della gente fino ad incarnarsi nell’animo più profondo scuotendone il tormento, ed il pallido sole morente non lasciava
L’inverno, penetrava fitto nei cuori e nell’animo della gente fino ad incarnarsi nell’animo più profondo scuotendone il tormento, ed il pallido sole morente non lasciava
Sedeva pallida sulla riva docile del lago,riparandosi dall’arsura estiva nella penombra di un’antica magnolia strillante della sua essenza immortale, penetrante come il silenzio di quella
I fatti qui riportati potrebbero turbare la quiete dei lettori più sensibili, la storia si basa su fatti storici veramente accaduti, intrecciati a delle leggende
Mia Driade, l’antica eterna quercia abiti e con essa libera danzi selvaggia, nella penombra boschiva, mentre i ricci tuoi castani arieggiano come polline e i
Fugace il volto l’aria tenera della sera va accompagnando. Resto solo sul ciglio delle labbra dell’imminente orizzonte, dinanzi al suo nudo tramonto; il sole già
Risiede negli stretti abbracci degli amanti, il senso più evidente e massiccio dell’esistenza, lo si percepisce nella perpetua rugiada che innaffia i loro occhi,
Piove di nuovo.
Questo incessante moto del cielo pervaso da ondose grige nubi, riduce l’uomo agiato alla noia solitaria della sua dimora, e ai suoi cari pensieri, e qui, preda di essi, lasciato privo di vie di fuga, divorato da una fitta nebbia che in vita riporta le anime del passato riappari tu mio fedele amico. Tonante e ridondante….
Venezia, terra mia sacra di poesia, nobile melanconica mia signora antica eterna volgi le tue mani al mar nei tuoi antichi palazzi e nell’oro
Tua è l’immortal essenza o mia dolce Psiche tu che terrena alla madre Venere sei paragonata, con la misera fiamma della poca fede ed una
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