Luca Ciurleo

Classe 1983, giornalista per varie testate ossolane. Laureato in beni culturali a Vercelli venni “folgorato sulla via di Damasco” dell’antropologica culturale nel 2003, grazie ai corsi dei prof. Piercarlo Grimaldi, Davide Porporato e Battista Saiu, con cui collaboro ancora a distanza di anni, In seguito ho preso la specializzazione a Torino, dove mi sono laureato nel 2007 con una tesi sulle tradizioni e le neotradizioni ossolane. Da oltre 15 anni mi occupo di studiare – tra i primi a livello antropologico – l’Ossola ed il suo folklore, in particolare le Cavagnette ed i falò solstiziali. Proprio su queste due tematiche ho lavorato molto per creare una tassonomia ed una classificazione – ed in alcuni casi anche un recupero – di questi due fenomeni, evidenziandone le peculiarità. Da qualche anno mi occupo di antropologia dell’alimentazione, in particolare alla luce della tematica di folklore e fakelore (ovvero le tradizioni inventate e presentate come se fossero realmente autentiche), studiando, nel 2013, la biscotteria tipica ossolana e presentando, in 4 conferenze, i prodotti tipici ossolani nella prestigiosa cornice di Expo 2015. Ho compiuto studi anche sulla globalizzazione, basandomi sulle teorie dei flussi, in particolare approfondendo le mode dei cibi ed in mondo della Grande distribuzione organizzata. Dal 2013 collaboro con la Fondazione UniversiCà – La bottega dei mestieri di Druogno, con conferenze ed aperture estive del museo multimediale. Dal 2015 al 2018 ho tenuto seminari di antropologia alla Scuola Made di Capannori (LU), della Fondazione Campus. Sempre dal 2015 ho iniziato una nuova fase di studio, interessandomi alla cosiddetta “antropologia del pop”, ovvero uno studio sistematico della cultura popolare (nel senso inglese del termine), passando per serie tv, fumetti, film, cartoni animati… Al mio attivo, oltre a diverse partecipazioni e convegni anche nazionali, ho una dozzina di pubblicazioni, tra libri e curatele. Tra questi: Ciboland – Viaggio nell’expo tra antropologia ed economia (con Samuel Piana), 1001 e un caffè – I molti volti di un rito sociale e La società di lattice – Viaggio di un antropologo urbano nel mondo post CoViD-19 (con Barbara Visca), classificatosi decimo al Premio letterario Città di Castello.

I MIEI ARTICOLI

Il “Natale estivo” di Vagna

Nel centro di Vagna, ex Comune autonomo ed ora inserito amministrativamente sotto Domodossola, precisamente la seconda domenica di luglio, si svolge, nella chiesa parrocchiale dedicata

Maus, il fumetto che racconta l’Olocausto

Un libro molto interessante, suddiviso in due parti: “Mio padre sanguina storia”, che mostra le condizioni di vita sempre più dure degli ebrei polacchi negli anni immediatamente prima dello scoppio della guerra, e “E qui sono cominciati i guai”, che, in cinque capitoli, rappresenta la vita dei deportati all’interno dei lager….

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