Gallus Nivalis: quando un reperto archeologico diviene simbolo di un territorio

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Dopo un bel po’ di mesi torna la rubrica “Cartoline dal Territorio” con una storia davvero singolare.

Come l’archeologia e la gastronomia possono diventare “azioni” di marketing territoriale?

Se i prodotti gastronomici da tempo sono un veicolo importantissimo per lo sviluppo del territorio e conseguentemente per il turismo, divenendo simboli del Made in Italy, non possiamo affermare lo stesso per l’archeologia: sicuramente affiorano alla memoria i film di Indiana Jones ma difficilmente accostiamo queste ricerche in archivi polverosi o in zone impervie con la valorizzazione del territorio!

Da questa considerazione è nata l’idea di promozione territoriale denominata Gallus Nivalis di cui vi parliamo oggi, svelando la prima parte di un progetto articolato e complesso.

Protagonista di questa azione di marketing territoriale è l’Associazione Archeologica Culturale “felice Pattaroni” di Gravellona Toce, piccola cittadina situata in Piemonte, precisamente nella provincia del Verbano-Cusio-ossola.

A gennaio 2022 il direttivo dell’associazione, guidato dalla presidente Alberta Ragnoli, si pone la seguente domanda: Come possiamo coinvolgere i giovani nella scoperta di Gravellona Toce facendo vivere un’esperienza di ricerca e di sperimentazione simile a quella del nostro fondatore?

La sfida lanciata da questa domanda ha trovato una risposta inaspettata: coinvolgiamo la comunità e sviluppiamo un prodotto, quasi una sorta di gadget, in grado di richiamare l’attenzione sull’operato di Felice Pattaroni… Bene… Ma quale tipologia di prodotto? E con quale risultato tangibile?… Insomma non si voleva un semplice esercizio di stile ma un vero e proprio “aggregatore di significati“.

Così l’associazione si “mette in moto”, lavora alacremente all’idea e giunge a questo obiettivo: creiamo un prodotto gastronomico i cui ingredienti siano coevi al periodo storico gallo-romano studiato da Pattaroni.

Grazie ad un consigliere l’idea progettuale viene presentata a VCO Formazione, agenzia formativa riconosciuta da Regione Piemonte, in particolare al corso Operatori delle produzioni alimentari che accoglie la proposta con entusiasmo e molta creatività.

In poco tempo i ragazzi iniziano a lavorare con gli insegnanti di storia, di comunicazione, di marketing e di laboratorio per sviluppare una ricetta studiando libri di gastronomia romana come il “De Re Coquinaria” di Apicio o ancora il “De Re rustica” di Columella. L’operazione ad un primo momento sembra facile… Ma ha un grosso limite: il gusto degli antichi romani è molto distante dai sapori attuali…

In più è necessario trovare un forma subito riconoscibile… Così rileggendo le opere di Pattaroni colpisce l’attenzione il Galletto ritrovato nella tomba infantile 1 bis rinvenuta nella necropoli Gallo-romana a Pedemonte.

La piccola “statuina” di ceramica rossiccia finemente elaborata diventa così il protagonista della nostra storia…

Ma manca ancora qualcosa… una identità visiva in grado di attirare l’attenzione del consumatore!

A realizzare il logo del prodotto sarà l’Istituto Ferrini-Franzosini, scuola superiore di secondo grado molto rinomata nel VCO grazie agli allievi del corso “Grafica e comunicazione” guidati dalla professoressa Valentina Locci… ed ecco a voi il logo scelto tra una rosa di proposte.

Tutto sembra andare a gonfie vele… il lavoro procede spedito… Le due realtà formative si sono trasformate in un vero e proprio “reparto ricerca e sviluppo” e stanno affrontando la sfida quasi come una azienda!

Grazie a questo grande slancio di idee e di “voglia di fare”, il progetto evolve: perché non mettere in commercio il prodotto? Rendere questo galletto uno dei simboli di Gravellona Toce?

Idea grandiosa, ma è necessario tutelare il lavoro svolto…

È proprio su questo punto che i nostri eroi troveranno un problema quasi insormontabile… Vi parlerò di questa enorme difficoltà e di come è stata superata nel prossimo articolo!

BIBLIOGRAFIA

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