La presa della Bastiglia: non tutti sanno che….

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La presa della Bastiglia fu tutto un tripudio di bandiere bianco-rosse-blu, canti della Marsigliese, fucili e fumo. Andò così? Assolutamente no…

Tutti sappiamo che, come ci insegnano a scuola, “la Rivoluzione Francese iniziò il 14 luglio 1789 con la presa della Bastiglia”.
Professori e libri scolastici ci hanno sempre raccontato che la Bastiglia era la prigione di Parigi dove venivano detenuti i prigionieri politici e venne assaltata perché simbolo dell’oppressione monarchica; facendoci immaginare una immensa folla che assaltava questa fortezza parigina e liberava frotte di detenuti che, esultanti, scappavano dalle mura.
Il tutto in un tripudio di bandiere bianco-rosse-blu, canti della Marsigliese, fucili e fumo.
Andò così?
Assolutamente no…
Prima di tutto dobbiamo scordarci bandiere tricolori. Il tricolore venne inventato solo qualche anno più tardi, quando Re Luigi XVI concesse l’adozione di una nuova bandiera di colore blu e rosso, colori della città di Parigi, a cui si aggiunse il bianco, simbolo della monarchia.
E poi dobbiamo dimenticare anche la Marsigliese che divenne popolare tra i francesi solo nel 1792.
Inizialmente era “Ah! Ça ira” il canto principale della Rivoluzione, adattato poi in seguito dai Sanculotti come inno anti aristocratico.
Tornando alla presa della Bastiglia, bisogna precisare che si, era la prigione più importante di Parigi ma, oltre che essere una prigione d’élite, il 14 luglio 1789 ormai non era più tale.
Da qualche decennio, forse un centinaio di anni, la Bastiglia era diventata un deposito di polvere da sparo e sebbene avesse ancora delle celle, di queste ne erano occupate solo 7 che ospitavano un libertino, due malati di mente e quattro falsari; tutti sorvegliati da una guarnigione di svizzeri.
Ma anche l’assalto non avvenne in maniera così epica come ci viene raccontato dai tempi delle scuole.
Anzi, alla presa della Bastiglia presero parte un centinaio di cittadini, numeri ben lontani dalla folla oceanica che potremmo immaginare. E non fu un assedio immediato e sanguinario.
Inizialmente, quando la folla si era accalcata al portone della Bastiglia, alcuni rappresentanti del popolo chiesero di parlare con il governatore della prigione, il marchese Bernard-René Jourdan De Launay; il quale invitò i rappresentanti del comitato permanente a sedersi a tavola con lui, pranzando e cercando di far capire loro che quella ormai non era più una prigione e che sarebbe stato inutile assaltarla, non essendoci nessun prigioniero politico da liberare, rendendosi disponibile a far arretrare i cannoni e a fargli visitare la fortezza.
Le cose però precipitarono quando alcuni cittadini ruppero le catene del ponte levatoio e a quel punto, riversatisi nel cortile, si trovarono sotto il fuoco della guarnigione che, per evitare l’assalto ai magazzini della polvere da sparo cercò di respingere con le armi la folla.
Quando ormai imperversava la battaglia e i rivoltosi non accennavano ad abbandonare la fortezza, dimostrando di voler raggiungere i magazzini delle munizioni non avendo trovato prigionieri politici da liberare, Launay minacciò di far esplodere i magazzini di polvere da sparo uccidendo sé stesso, gli assediati e gli assedianti.
Mentre stava per accendere i barili però, alcuni sottoufficiali gli si pararono davanti, facendolo desistere dall’intento.
Vedendo che la situazione ormai divenne ingestibile e col rischio che il popolo iniziasse ad usare i cannoni, la guarnigione si arrese, permettendo al popolo di occupare la Bastiglia.
Ma, contrariamente a quanto previsto, gli insorti non ebbero alcuna pietà per gli assediati.
Infatti, molti soldati della guarnigione svizzera vennero uccisi e decapitati e il marchese Launay decapitato e la sua testa issata su una picca.
Non trovando alcun prigioniero politico all’interno della prigione e non potendo giustificare la carneficina per due malati di mente, quattro falsari e un libertino, gli insorti si inventarono la storia del Conte di Lorges, spacciando uno dei vecchi e canuti prigionieri, per il nobile che accidentalmente uccise il re di Francia.
Peccato che il re di Francia fosse Enrico II e il conte di Lorges morì nel 1574.

BIBLIOGRAFIA

Fotografia presa dal Web

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