Il mistero della “Morta di Agrano”

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Nel 1792 l'allora parroco don Guido Bassetti fece ripulire il sepolcro comune delle donne...tra decine e decine di corpi già corrotti e in disfacimento, fu rinvenuta una salma pressoché integra, con una mano appoggiata al petto e l'altra a compiere un gesto benedicente...

Agrano è un piccolo centro nei pressi di Omegna, sulle sponde del lago di Orta ed è noto anche come il “paese della morta”, “della santa”, “della santa dell’ossario” storpiato anche in “santa del rosario”.
Perché questo nome singolare?
Ebbene, nel 1792 l’allora parroco don Guido Bassetti fece ripulire il sepolcro comune delle donne. Con grande sorpresa, tra decine e decine di corpi già corrotti e in disfacimento, fu rinvenuta una salma pressoché integra, con una mano appoggiata al petto e l’altra a compiere un gesto benedicente. Questo prodigioso evento di conservazione fece gridare al miracolo: quello doveva per forza essere il corpo di una santa.
Fu così che il parroco decise di esporlo nell’ossario della chiesa di San Maiolo. Dai suoi scritti leggiamo:

“Nell’angolo meridionale del presbiterio, cioè sotto il coro dei Confratelli, avvi un ossario dipinto con due aperture aventi ciascuna la sua ferrata… In questo ossario vi è una piccola mensola di legno su cui si collocano le teste dei parroci… attorno vi sono le scansie, su cui riposano le ossa dei defunti del luogo. In questo ossario io ho fatto riporre un cadavere, ritrovato intero ed incorrotto nel sepolcro delle donne… Questo cadavere si è ritrovato intero frammezzo agli altri tutti corrotti… Nel braccio destro aveva ancora la piccola fascia del salasso… Nel dito della mano destra ha ancora un anello. La pelle, le unghie, i denti, un certo color carne ancora nel petto io stesso l’ho osservato: la pelle ancora elastica, le unghie, le dita ancora intere e tutto il rimanente del corpo ancora unito. L’atteggiamento era devoto, cioè aveva la mano sinistra sul petto e la destra alzata come in atto di benedire o di chiedere pietà.”

Ben presto la mummia divenne oggetto di devozione, tanto da essere invocata in situazioni di pericolo di morte. Addirittura, un giovane nativo di Omegna, durante una tempesta in mare, temendo per la propria vita, vide apparire il volto della Morta, che gli diceva che ancora non era giunto il suo momento, e si salvò. A lei furono attribuiti una serie di eventi miracolosi e prodigiosi, come testimoniano i numerosi ex voto. Sembra anche che nel 1922, invocata dagli abitanti, riuscì a bloccare un vasto incendio proprio mentre stava per lambire le case del paese.
A partire dalla fine del XIX secolo, la mummia venne collocata in piedi, in una teca verticale. Per scongiurare il degrado, nel 2009 furono avviate procedure di restauro e studi.
Si tratta di una donna alta circa 1,60 m, sulla quarantina, morta probabilmente per un’infezione, forse ai denti, cosa che ai nostri giorni si può curare con un antibiotico.
Prima di morire le era stato praticato un salasso, come testimonia il laccio ancora presente sul braccio. Vista la presenza dell’anello sulla mano destra, si pensava a una religiosa, ma le analisi sui resti hanno rivelato che l’anello in vita era portato alla mano sinistra, quindi la donna doveva essere sposata.
Lo stato delle ossa e delle articolazioni è piuttosto buono, segno che non aveva svolto mestieri usuranti; doveva quindi trattarsi, presumibilmente, di una donna benestante.
La perfetta conservazione è dovuta alle caratteristiche fisiche della persona stessa sommate a cause ambientali: la donna molto probabilmente è morta durante l’inverno, nel periodo più freddo della cosiddetta “piccola glaciazione”, dunque tra le fine del Seicento e l’inizio del Settecento. Tuttavia, analizzando i registri delle sepolture di Agrano, non sono state trovate figure che possano corrispondere all’identità della morta.
Il mistero quindi si infittisce: chi era?
Perché si trovava ad Agrano?
Che cosa l’aveva spinta in questo angolo di mondo?
Interrogativi non di facile risoluzione, certo, ma forse alcune ricerche più approfondite potranno darci qualche indizio. Nel frattempo la morta continua a riposare sotto le volte dell’ossario di San Maiolo, a monito della fugacità della vita.

BIBLIOGRAFIA

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