Le lacrime che piangono le persone che in questi giorni di maggio 2023 sono state colpite nel centro Italia dall’alluvione, sono lacrime che dovrebbero toccare ognuno di noi.
La Val d’Ossola, che io abito e amo, è stata spesso negli anni interessata da gravi fenomeni alluvionali, che hanno portato vittime, distruzione, sofferenza e dolore.
Vedere le immagini che oggi passano nei telegiornali e le fotografie pubblicate nel web, fa male e riporta spesso indietro ai giorni in cui anche noi abbiamo pianto i nostri morti.
Il dissesto idrogeologico è un problema che affligge il nostro paese, da Nord a Sud.
Solo quando accadono fenomeni incontrollabili come questo ci possiamo rendere conto di come si debba agire oggi e subito, snellire la burocrazia, trovare soluzioni, fare interventi che possano rendere più sicuro un territorio ormai martoriato. Posso solo esprimere il mio affetto a parenti, amici, colleghi, conoscenti e sconosciuti che in questi giorni combattono per cercare di salvare i propri ricordi e la propria vita.
Come volontaria nella terribile alluvione che colpì la zona di Alessandria e di Pavia negli anni ’90, ho ricordi vividi e dolorosi. Un’immagine che non ha mai lasciato la mia memoria é quella di una donna di oltre 80 anni che, sporca di fango e infreddolita, cercava tra i resti della sua casa le fotografie e ricordi di un’intera esistenza. Quando mi sono avvicinata a lei, mi ha mostrato un sacchetto di plastica e con le lacrime agli occhi ricordo che mi ha detto: “Tutto quello che ho, è in questo sacchetto, ho superato tante difficoltà… son vedova e ho perso anche un figlio… supererò anche questa, ma è triste pensare che la mia vita è tutta qua dentro…”
