Oggi vi voglio raccontare di quando Giulio Cesare passò quasi 40 giorni prigioniero dei pirati.
Secondo i resoconti di Svetonio e Plutarco, nel 74 o 75 a.C. il giovane Giulio Cesare era in viaggio verso Rodi per imparare la cultura greca.
Mentre si trovava al largo dell’isola di Farmacusa (l’attuale Farmaco), Cesare venne rapito da un gruppo di pirati che solcavano i mari dell’Asia Minore.
Con lui vennero catturati anche il medico e altri membri dell’equipaggio.
I pirati però non avevano idea di chi fosse quel giovane, né mai avrebbero potuto immaginare che appartenesse alla Gens Iulia.
Così, quando i rapitori dissero che avrebbero chiesto un riscatto di 20 talenti d’argento, Cesare scoppiò a ridere e ribatté che come minimo avrebbero dovuto chiederne almeno 50.
E così fecero.
Giulio Cesare mandò i suoi uomini a cercare l’argento necessario nelle città vicine.
Trascorsero circa 38 giorni durante i quali Cesare aveva a disposizione un medico personale e due schiavi.
Il periodo della prigionia non trascorse come potremmo immaginare; anzi, il condottiero si adattò velocemente: trascorreva il tempo prendendo parte ai passatempi dei suoi rapitori.
Gareggiava con loro, prendeva parte alle loro cene, scriveva e li sbeffeggiava.
Dopo alcuni giorni la somma venne trovata, consegnata ai pirati e Giulio Cesare fu liberato.
Preso possesso di alcune navi, fece ritorno a Farmacusa, catturò i pirati, si riprese il riscatto che riconsegnò alle legittime città e li gettò in galera a Pergamo.
Durante la loro prigionia Giulio Cesare era solito andarli a trovare. Finché, scoperto un intrigo del propretore dell’Asia che era interessato a prendere possesso del tesoro dei pirati, decise di prelevarli, giustiziarli tramite strangolamento e crocifiggerli.
