Quando leggo le storie dei Partigiani che hanno coraggiosamente difeso le nostre valli e l’Italia, provo spesso ammirazione e dolore, perché sono consapevole che la maggior parte di loro ha perso la vita per la nostra libertà.
Più volte ho scritto la storia di giovani Partigiani, piccoli coraggiosi che hanno smesso gli abiti da bambini per indossare una divisa, per riconquistare quell’infanzia che il fascismo e la guerra gli avevano portato via.
Oggi vorrei ricordare Beniamino Cobianchi, perché è parte della storia della liberazione della mia terra.
Beniamino era nato a Suna, oggi provincia di Verbania, nel 1931.
Appena terminati gli studi decise che voleva andare con i Partigiani a combattere sulle montagne. I suoi genitori cercarono in tutti i modi di dissuaderlo perché si rendevano conto che Beniamino era ancora davvero troppo giovane per affrontare tutto quello che stava accadendo.
E così Beniamino decise di rivolgersi direttamente al CNL verbanese, ma anche in quel caso i Partigiani con cui parlò cercarono di fargli cambiare idea.
Proprio in quei giorni si pianificò l’assalto una caserma della GNR della zona.
La presenza di un infiltrato avrebbe potuto facilitare l’azione e per questo si decise di accettare la disponibilità del giovane Beniamino.
Il ragazzo, fiero del suo incarico, chiese ai fascisti di essere arruolato e così la sera dell’assalto alla caserma di Intra a fare la guardia c’era proprio lui, un bambino in divisa.
L’attacco fu un successo e Beniamino, fiero del ruolo che aveva avuto nell’azione, una volta spogliatosi dell’uniforme della GNR, decise di tornare a casa dai genitori per raccontare che era diventato un vero Partigiano.
A casa Beniamino non fece mai ritorno.
Venne catturato a Cavandone dai fascisti di un reparto della “Ravenna”. Fu sottoposto a un violento interrogatorio, ma nonostante la sua giovane età, non parlò.
Sanguinante e allo stremo delle forze, fu trascinato fino al muro di cinta del piccolo cimitero di Cavandone dove venne ucciso senza pietà con decine di colpi.
Era il 5 aprile 1945.
Beniamino aveva solo 14 anni.
Poche ore dopo il suo cadavere straziato venne ritrovato.
I compagni di scuola, venuti a conoscenza della sua morte, si recarono al cimitero di Cavandone e ricoprirono di fiori il suo giovane corpo.
A lui e a tutti i giovani che hanno combattuto per la nostra libertà va il nostro ricordo e la nostra gratitudine.
