La strage dei 1260 bambini di Białystok

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I bambini del  ghetto di Białystok  rimasero a Theresienstadt 6 settimane. Le loro condizioni all'arrivo apparvero decisamente gravi, dopo anni di stenti e di sofferenze nel ghetto....

Il ghetto di Białystok fu uno dei principali centri creati nel territorio della Polonia nord-orientale dal Terzo Reich.
Venne istituito il 26 luglio 1941 con lo scopo di raccogliere gli ebrei provenienti dalla città e dai villaggi limitrofi. Ne accolse in totale oltre 40.000.
Tutti coloro che vi soggiornavano erano costretti a lavorare. Anche i bambini ritenuti abili alle attività produttive fecero parte dei lavoratori destinati ai lavori forzati e, come altri, soffrirono le condizioni di vita del ghetto. Fame e malattie ne uccisero a centinaia in breve tempo.
Nel 1943 iniziarono le deportazioni di massa verso i campi di sterminio. I primi ad essere trasferiti furono proprio i bambini, insieme ad anziani, inabili al lavoro e disabili.
Fra il 5 e il 12 febbraio 1943 molti di loro furono trasferiti direttamente a Treblinka:  morirono subito dopo il loro arrivo.
Nell’agosto successivo, un tentativo di ribellione che durò 5 giorni, ritardò solo momentaneamente la liquidazione definitiva del ghetto che venne organizzata senza ulteriori ritardi una volta finita l’emergenza.
Le motivazioni precise che portarono poi agli eventi dei giorni successivi non sono del tutto chiare. Si decise di organizzare una partenza speciale separando i bambini dai loro familiari. L’operazione fu condotta direttamente da Freeze Gustav, capo della Gestapo di Białystok. Sembra che si arrivò a questa decisione perché si pensava che il carico potesse essere utilizzato come merce di scambio per il rilascio di alcuni prigionieri tedeschi.
Fu così che il 17 agosto tutti i bambini di età compresa fra i 4 e i 14 anni ancora residenti nel ghetto vennero radunati: in totale erano 1260.
Il 21 agosto vennero caricati su treno che li condusse direttamente al campo di concentramento di Theresienstadt, con uno gruppo di accompagnatori.
Arrivarono a destinazione il giorno 24. Proseguirono il viaggio verso Auschwitz tutti gli accompagnatori. La maggior parte di loro morì dopo l’arrivo nelle camere a gas, solo 20 furono destinati al lavoro forzato.
I bambini del  ghetto di Białystok  rimasero a Theresienstadt 6 settimane.
Le loro condizioni all’arrivo apparvero decisamente gravi, dopo anni di stenti e di sofferenze nel ghetto: impauriti, affamati, malati, scalzi e vestiti di pochi stracci. I bambini di Theresienstadt che li videro scendere dal convoglio che li trasportava rimasero colpiti a tal punto al loro arrivo, che li ritrassero in almeno 5 disegni poi ritrovati e conservati al museo ebraico di Praga.
Per evitare che i nuovi arrivati raccontassero quanto stava avvenendo in Polonia, vennero tenuti in isolamento.
Furono sistemati in apposite baracche di legno fuori dai confini del campo.
Alcuni di loro non sopravvissero alle fatiche del trasferimento.
Alle loro cure furono assegnati 53 “volontari” tra medici, infermieri e assistenti sociali. Tra loro vi era anche Ottilie, la sorella di Franz Kafka.
Passarono le 6 settimane successive anche loro in isolamento.
Accantonata ogni possibilità di scambio dei prigionieri con gli alleati, i 1196 bambini ancora in vita furono inviati ad Auschwitz insieme ai “volontari” che li avevano accuditi. Partirono il 5 ottobre ed arrivarono il 7. Furono condotti immediatamente alle camere a gas.
Di tutti i bambini partiti il 17 agosto, nessuno rivide mai la libertà.
Gli unici bambini di Białystok a sopravvivere allo sterminio furono quelli che nei giorni dell’occupazione erano in vacanza, in un campo estivo a Druskininkai, una cittadina nel sud della Lituania.
Fortunatamente non conobbero mai l’esperienza del ghetto. Trascorsero gli anni della guerra nel cuore della Russia in una località degli Urali, insieme ad un loro insegnante, Jakow Tobiasz, che se ne prese cura.

BIBLIOGRAFIA

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