Il martirio di San Valentino

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Di fronte all'ennesimo rifiuto di abiurare, il prefetto condannò a morte Valentino per decapitazione, che venne eseguita il 14 febbraio del 270....

San Valentino martire nacque nel 176 a Terni, ordinato vescovo a soli 21 anni, si dedicava insieme a San Mario e alla propria famiglia ai carcerati Cristiani imprigionati sotto l’imperatore Claudio II.
L’imperatore, una volta che il santo arrivò a Roma, chiese di incontrarlo e cercò di convincerlo ad abiurare. Valentino si rifiutò e cercò di convertire l’imperatore il quale si arrabbiò moltissimo ma gli risparmiò la prigionia e la morte, preferendolo affidare ad una nobile famiglia di Roma.
Questa grazia probabilmente fu concessa per le origini nobili di Valentino.
Col tempo e con gli anni, la popolarità di Valentino aumentava e molte persone comuni iniziarono a seguirlo.
Forse fu proprio questa sua popolarità che indusse l’imperatore Aureliano ad arrestarlo durante una delle persecuzioni contro i cristiani. Il vescovo, pare, avesse già più di 90 anni.
Condotto davanti al prefetto, quegli gli chiese perché continuasse a sollevare mezza Roma contro l’imperatore e a convertire ed egli rispose che era la volontà di Dio.
Il prefetto allora gli ricordò che stava violando le leggi e che se avesse abiurato lo avrebbe fatto sommo sacerdote.
Valentino rifiutò affermando che bisognava rispondere più a Dio che agli uomini.
A quel punto il prefetto gli diede un ultimatum: o rendeva omaggio agli dei in cambio di lauti compensi, onori e prestigio, oppure lo avrebbe punito.
San Valentino rifiutò di nuovo.
Allora il prefetto ordinò che venisse flagellato a sangue e per lungo tempo. Ricondotto di fronte al prefetto, quello gli fece un’ultima proposta che venne nuovamente rifiutata.
Di fronte all’ennesimo rifiuto di abiurare, il prefetto condannò a morte Valentino per decapitazione, che venne eseguita il 14 febbraio del 270.
Le spoglie del santo, prima conservate in una basilica (ormai scomparsa) presso Ponte Milvio, vennero traslate nella necropoli di Terni, dove oggi sorge la basilica a lui dedicata.
Ma perché sarebbe il “patrono degli innamorati”?
Si racconta che San Valentino fu il primo vescovo a celebrare il matrimonio tra un centurione romano e una ragazza cristiana.
Sabino, centurione, si era innamorato di Serapia, una ragazza cristiana e i due decisero di chiedere al Vescovo Valentino di sposarli.
Sabino, non essendo battezzato, chiese di ricevere il sacramento.
Sfortunatamente, mentre si stavano facendo tutti i preparativi per il battesimo e il matrimonio, Serapia si ammalò gravemente.
Il centurione corse da Valentino chiedendogli di battezzarlo subito, così che potesse sposarsi con l’amata prima che lei morisse.
Valentino battezzò Sabino e, mentre stava celebrando il matrimonio, i due giovani si addormentarono e morirono insieme.
Insomma, dietro cuoricini e cioccolatini, si nasconde una vicenda di dolore, persecuzione e tragedia.

Buon San Valentino!

BIBLIOGRAFIA

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