Secondo Cervetti nacque a Forlì il 7 dicembre 1907.
Prima della guerra lavorava per nella fabbrica Orsi Mangelli a Forlì.
Dopo l’armistizio, quando venne costituita la 29a Brigata GAP, entrò a farvi parte attivamente.
Il 2 agosto 1944 venne catturato e arrestato da alcuni agenti dell’Ufficio politico investigativo della GNR.
Condotto in prigione fu rinchiuso insieme agli operai Ferdinando Dell’Amore, Ivo Gamberini e Giovanni Golfarelli.
L’accusa a loro carico era grave. Secondo gli agenti dell’ufficio politico erano colpevoli di “aver svolto, negli stabilimenti industriali della città, attività antinazionale e antifascista, aver diffuso libelli sovversivi e appartenenza a una cellula comunista”.
Per molti giorni Secondo fu sottoposto a violenti pestaggi e torture di ogni genere.
Cercarono di fargli confessare da chi era formata l’organizzazione comunista nelle fabbriche della città e come funzionava.
Provato nel corpo e nello spirito Secondo Cervetti non parlò.
Non avendo ottenuto le informazioni sperate i fascisti decisero di lasciarlo nelle mani dei tedeschi.
Proprio in quei giorni, nella notte tra il 28 e il 29 agosto, un militare tedesco era rimasto coinvolto in un attentato in località San Pietro in Trento.
La mattina del 29, con gli altri prigionieri, Secondo Cervetti fu prelevato e impiccato, a Filetto di Ravenna, presso i prati della Minarda.
Così finiva la sua sofferenza e la sua vita, sacrificata in nome della libertà.
Nel 2003, un Tribunale militare italiano, a conclusione di un processo contro Heirich Nordhorn, accusato di aver organizzato l’esecuzione, ha condannato l’ex ufficiale nazista al risarcimento dei danni ai nipoti di Cervetti, alla figlia di Dell’Amore, alla figlia di Golfarelli e ai parenti delle altre vittime della ferocia nazista.
