Questa fotografia è stata scattata da Khaled Abdullah dell’agenzia Reuters.
Ritrae un uomo impolverato, con indosso una giacca, che porta in braccio una bambina, scalza e con gli occhi socchiusi.
La piccola indossa una felpa rossa e un paio di jeans.
Il suo nome è Buthaina Mohammad Mansour.
Ha 4 o 5 anni.
È in braccio a un anonimo soccorritore che la sta portando via dalle macerie della sua casa di Sana’a, la capitale dello Yemen, dove dal 2015 infuria la guerra.
Una bomba, nella notte del 26 agosto 2021, sganciata da un aereo saudita, ha distrutto il palazzo dove la piccola viveva.
Ha ucciso tutta la sua famiglia: il suo fratellino Ammar di 3 anni, quattro sorelle, i genitori, uno zio a cui lei era molto affezionata.
Buthaina é l’unica sopravvissuta. Ha avuto la forza di chiamare aiuto, mentre è ancora sepolta sotto le macerie di quella che un tempo é stata la sua casa.
Della guerra in Yemen non parla nessuno.
Non fa notizia, non ci sono interessi internazionali coinvolti.
I civili, come in tutte le guerre, sono danni collaterali, soprattutto se a sganciare le bombe è una potenza amica dell’Occidente come l’Arabia Saudita.
Buthaina si è salvata.
Fortuna.
Un miracolo.
Il destino.
É viva, ma sola.
Ha trovato un letto in ospedale, dove a fatica sono riusciti a curare le sue numerose fratture.
E dopo cosa è successo?
La sua vita è semplicemente andata avanti, non sappiamo come, anche perché nessuno si è occupato di lei e del suo caso, come nessuno si è mai occupato delle vittime della guerra dello Yemen.
Questa bambina non fa sicuramente la differenza.
Nessuno ha organizzato per lei e per gli altri bambini dello Yemen una raccolta fondi, una raccolta vestiti, oppure ha lanciato un appello in televisione per uno stop del conflitto.
Non sono partiti convogli umanitari.
Non si sono aperte le porte di alberghi e centri accoglienza per ospitarli.
Nessuna scuola ha organizzato per lei una festa di benvenuto.
Forse lo Yemen è troppo lontano.
Forse non ci riguarda.
Come non ci riguardano la striscia di Gaza e il conflitto in Congo, e decine di altri paesi senza pace in cui ogni giorno si combatte per vivere.
Eppure sono passati 7 anni e le vittime sono state davvero tante, dirette ed indirette.
Lo Yemen senza pace e il volto di Buthaina ora possono ritornare nell’oblio dell’indifferenza….
