“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare“
Primo Levi

Nella Giornata della Memoria 2023 Cartoline del Territorio si presenta con una puntata speciale.
Oggi più che fare un viaggio sul territorio vogliamo provare a viaggiare all’interno della nostra mente, mettendo in luce atteggiamenti, posture e modalità di comunicazione che diventano manipolatorie al fine di riconoscerle e potersi difendere.
Spesso si parla della Seconda Guerra Mondiale, della Shoah, delle bombe atomiche e della lotta partigiana raccontando atrocità, o fatti eroici non soffermandosi mai abbastanza su come tutto questo sia accaduto e dimenticando, spesso, come anche la Prima Guerra Mondiale passi alla storia come la più grande carneficina della storia (vennero ammazzate ben 7 milioni di persone!)… Eppure sembra che la Seconda Guerra Mondiale sia in grado di imprimere un indicibile macabro fascino.
Perché capita tutto ciò? Sicuramente i fatti sono spaventosi, ma c’è di più: è la Prima Guerra che si innesta su una condizione socio-economica molto particolare e precaria, in particolare per la Germania, e a “soffiare” sul malcontento della gente stretta alla fame sarà una comunicazione rabbiosa, pervasiva ed omnicanale.
Al “timone” di questa comunicazione che diverrà la propaganda nazista sarà il “Diavolo Zoppo”: Joseph Gobbels.
Gobbels passa alla storia non solo come uno dei più truci gerarchi nazisti ma anche come uno dei “padri della comunicazione”.
Gobbels nasce a Rheydt nel 1897, importante centro dell’industria tessile della Renania. Era affetto da una deformità congenita nota come “piede equino” che lo rese zoppo per tutta la vita, venendo scartato dai ranghi dell’esercito tedesco durante l’arruolamento per la Prima Guerra Mondiale.
Per poter godere della reverenza dell’esercito, una volta divenuto uomo fondamentale del progetto Nazista, fece spargere la voce di essere un veterano del primo conflitto mondiale e che la sua menomazione fosse dovuta ad una ferita di guerra!
Questo piccolo aneddoto mostra una persona insicura che fa utilizzo assiduo di fake news e “bufale” per attirare l’attenzione verso la propria persona. Ama leggere oroscopi e nei sui comizi lancia continui presagi nefasti per i nemici e fa grande uso di metafore, iperboli e storie ordinarie trasformandole in atti di eroismo.
Un esempio di questo atteggiamento, portato agli eccessi attraverso una mimica facciale volutamente esagerata e a gesti perentori alternati ad un uso sapiente di pause, in grado di aumentare la suspense e la tensione dei discorsi pubblici, è la storia del soldato Horst Wessel.
Il giovane Wessel morto assassinato nel 1930, venne commemorato pubblicamente durante il funerale dal futuro ministro della propaganda. Gobbels sarà così abile nel presentare il giovane in un eroe che non ha paura della morte, trasformandolo in un martire della causa nazionalsocialista. La melodia, realizzata un anno prima dal giovane stesso, venne intonata dai commilitoni e da Gobbels trasformando la canzone nell’inno ufficiale del partito. Quando i nazionalsocialisti ascesero al potere il “Canto di Horst Wessel” divenne una sorta di secondo inno nazionale tedesco!
Gobbels utilizza qualsiasi media per fare propaganda ed imposta diversi principi di comunicazione, purtroppo ancora rintracciabili oggi nel modo in cui si affrontano alcuni discorsi o temi scottanti ad esempio da parte di politici, vediamone assieme salumi:
- è importante avere un solo nemico che è responsabile tutti i mali a cui va contrapposto una sola idea e un solo simbolo in cui confidare e riconoscersi
- convincere che quanto viene espresso sia una idea condivisa e che allinearsi a quell’idea porti ad appartenere al gruppo “vincente”
- sfruttando la scarsa capacità di comprensione e la memoria a breve termine, Gobbels, attraverso i suoi discorsi, arriva “alla pancia” della gente. Semplifica e banalizza i problemi
- la propaganda viene concentrata su un piccolo numero di problemi da ripetere all’infinito.
Questi principi, a cui vanno sommati l’alto numero di nuovi argomenti e la capacità di “trasferire” i propri punti deboli sull’avversario, portano ben presto una sorta di “vantaggio competitivo” rispetto agli avversari che si dimostrano lenti ed incapaci ad attirare l’attenzione del popolo con argomenti in grado di “risvegliare” il senso critico.
Gobbels imposta la propaganda sul lato emotivo e non permette all’avversario politico, anche grazie ad un abile e mai oppressivo controllo delle informazioni realizzata dalla Stampa tedesca, di ostacolare il percorso che porterà dapprima alla vittoria delle elezioni e poi ai fatti che tutti tristemente conosciamo.
Mi piace pensare che il Giorno della Memoria non sia solo una celebrazione del passato rappresenti un momento di riflessione sul presente in grado di renderci più consapevoli di come queste tecniche della comunicazione utilizzate per creare diffidenza e paura, purtroppo, sono tutt’ora presenti e producono gli effetti nefasti nelle conversazioni di tutti i giorni o, ancora peggio, nelle guerre odierne.