Probabilmente quando nacque a Rotterdam il 29 luglio 1896, Jan Zwartendijk non immaginava quello che avrebbe fatto per salvare migliaia di ebrei.
Nel 1939 venne nominato direttore della filiale di produzione lituana della Philips.
Zwartendijk viveva e lavorava nella capitale lituana: era felicemente sposato con tre figli e possedeva un’automobile Buick di seconda mano. Era un uomo d’affari affidabile, e per questo il governo olandese in esilio chiese a Zwartendijk di assumere la posizione non retribuita di Console a Kaunas, dato che il precedente diplomatico era sospettato di simpatie naziste.
L’anno dopo l’inizio del conflitto mondiale, l’Unione Sovietica conquistò la Lituania.
Migliaia di ebrei si trovarono improvvisamente intrappolati tra l’Europa nazista e l’Unione Sovietica.
Alcuni di loro, residenti in Lituania, vista la situazione, decisero di chiedere un visto per le Indie olandesi a Jan.
Nonostante il pericolo, egli accettò di aiutarli con il permesso del suo superiore, l’ambasciatore in Lettonia LPJ de Decker.
In seguito, quando la voce si sparse fra gli ebrei che erano fuggiti dalla Polonia occupata dai tedeschi, altri disperati cercarono la sua assistenza. Insieme al diplomatico giapponese Chiune Sugihara, improvvisarono due vie di fuga: una verso Curaçao e una verso il porto giapponese di Tsuruga, attraverso la ferrovia Transiberiana.
Nelle tre settimane successive al 16 luglio 1940, i due uomini rilasciarono “visti” a 2.345 persone. I ricercatori stimano che, grazie a loro, potrebbero esser sfuggiti all’Olocausto dalle 6.000 alle 10.000 persone, dato che donne e bambini viaggiavano spesso sui documenti dei parenti maschi.
Sebbene vivessero molto vicini, Zwartendijk e Sugihara non si incontrarono mai.
Qualche volta parlarono al telefono.
Sugihara cercava di convincere il suo collega olandese a rallentare il rilascio dei visti.
Zwartendijk li redigeva una penna stilografica e un timbro con inchiostro verde.
Sugihara, più laboriosamente, scriveva i suoi con inchiostro e pennellino. Entrambi corsero un rischio enorme.
Sugihara sfidò i suoi capi a Tokyo, mentre Zwartendijk sarebbe stato in pericolo di vita se i nazisti lo avessero scoperto. Molti di coloro che furono aiutati da Jan Zwartendijk lo conoscevano solo come “Mr Philips Radio”.
Il 3 agosto 1940, dopo l’annessione della Lituania da parte dell’Unione Sovietica, l’ufficio Philips di Zwartendijk fu chiuso, come pure le ambasciate e i consolati a Kaunas.
Fu costretto a tornare nei Paesi Bassi occupati per lavorare nel quartier generale della Philips a Eindhoven fino al suo pensionamento. Non parlò mai di quanto accaduto.
Morì a Eindhoven nel 1976.
Nel 1997, Yad Vashem ha conferito il titolo Giusto tra le nazioni a Jan Zwartendijk. Il 10 settembre 2012 è stato insignito della Life Saving Cross della Repubblica di Lituania, una decorazione per premiare le persone che, nonostante il pericolo, hanno tentato di salvare la vita a molti disperati in fuga dalla follia nazista.
Chiune Sugihara, per le sue coraggiose azioni, nel 1985 dallo Yad Vashem, è stato nominato Giusto tra le Nazioni.
È l’unico giapponese ad esserne onorato. Gli ebrei che aiutò non conobbero mai il suo nome. Disse loro di chiamarlo semplicemente Sempo.
Due uomini coraggiosi che senza paura donarono la salvezza a migliaia di persone destinate alle camere a gas…
