Henryk Ross, istantanee dall’inferno…

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Fotografò bambini che giocavano, le cerimonie che venivano celebrate, uomini e donne sorridenti, commercianti al lavoro, famiglie a passeggio.... immortalò una apparente serenità che nascondeva ben altro. Ma questa non poteva essere la sola realtà del ghetto di Łódź ....

Henryk Ross nacque a Varsavia nel 1910.
Quando la Germania invase la Polonia nel settembre 1939, Henryk viveva  a Łódź ed era un fotoreporter sportivo e di fatti di cronaca.
Dopo pochi giorni l’esercito del Terzo Reich occupò la città che contava all’epoca oltre 650.000 abitanti, un terzo dei quali di origine ebrea.
Circa 70.000 di loro fuggirono verso la zona della Polonia occupata dai sovietici  la restante parte rimase in balia degli eventi drammatici che sarebbero accaduti dopo.
Iniziarono le deportazioni.
Nel giugno del 1940  Łódź divenne un ghetto, il più grande dopo Varsavia:  4 chilometri quadrati circondati da filo spinato,  sorvegliati da guardie armate, “ospitarono” da quel giorno 160.000 ebrei.
Venne creato nella parte  più industrializzata della città, che per altro era anche la più malsana, senza sistemi fognari, con poca acqua e senza riscaldamento.
Quasi subito cominciarono a diffondersi malattie, che aggravarono ulteriormente le condizioni di vita.
Henryk Ross, in virtù della sua professione, venne incaricato dal Dipartimento di Statistica per il Consiglio ebraico di documentare, attraverso i suoi scatti, la produttività delle officine del ghetto, la vita serena che la gente conduceva e i documenti di identità degli ebrei.
Ross ubbidí.
Fotografò bambini che giocavano, le cerimonie che venivano celebrate, uomini e donne sorridenti, commercianti al lavoro, famiglie a passeggio…. immortalò una apparente serenità che nascondeva ben altro.
Ma questa non poteva essere la sola realtà del ghetto di Łódź  che la gente avrebbe dovuto conoscere.
Decise così  di mostrare la verità che ogni giorno viveva: la miseria, le malattie, le deportazioni dei bambini destinati alle camere a gas, la fame, le impiccagioni, i pestaggi, la morte per sfinimento.
Nascondeva la macchina fotografica sotto il cappotto, attraverso fenditure nei muri, ovunque potesse documentare quella vita quotidiana fatta di orrore che i nazisti volevano nascondere agli occhi del mondo.
Aiutato dalla moglie Stefania Schönberg, che aveva sposato nel 1941 nel ghetto, dal 1940 al 1944, il fotografo scattò quasi 6.000 immagini non autorizzate.
Sapeva che stava rischiando la vita, che stava mettendo a rischio quella possibilità di sopravvivenza che gli era stata data. Ma continuò incessantemente nel suo lavoro. Nascose tutte le fotografie in scatole di piccole dimensioni, che poi mise in una più grande. La seppellì cercando di salvaguardarla da rastrellamenti nazisti e da eventuali danneggiamenti, nei pressi della sua abitazione, in via Jagielonska al n. 12.
Nel  gennaio del 1945 la città fu liberata dall’Armata Rossa.
Henryk e la moglie erano fra gli 877 sopravvissuti che passarono per il ghetto.
Alcuni mesi dopo Ross tornó a  Łódź.
Andò a recuperare i negativi che aveva nascosto.
La metà erano rovinati a causa dell’umidità, ma circa 3.000 si salvarono.
Grazie ai suoi scatti e ai diari che gli internati scrissero e salvarono dalla distruzione nazista, fu possibile ricostruire la vera storia del Ghetto di Łódź.
Nel 1956 lui e la moglie si trasferirono in Israele.
Nel 1961 testimoniò al processo contro Adolf Eichmann, durante il quale furono mostrate le sue foto per dimostrare la crudeltà di ciò era avvenuto.
Alla sua morte, nel 1991, i suoi negativi furono donati al Museo Art Gallery of Ontario di Toronto,  che li fece digitalizzare,  rendendoli disponibili per la consultazione in rete.
Quando gli chiesero perché avesse per anni deciso di rischiare la vita scattando quelle fotografie, rispose: «Ho seppellito i miei negativi nel terreno in modo che ci potesse essere qualche ricordo della nostra tragedia… Ero consapevole della distruzione totale degli ebrei polacchi, volevo lasciare una testimonianza storica del nostro martirio…»

BIBLIOGRAFIA

• Henryk Ross, Memory Unearthed, The Lodz Ghetto Photographs of Henryk Ross, Boston, Mfa Boston, 2017.

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