I paesaggi del VCO raccontati da grandi letterati

Tempo di lettura: 6 minuti

Puntata natalizia dove vi lascio qualche consiglio di lettura continuando a passeggiare nel VCO comodamente seduti in poltrona.

Inizio raccontando ciò che scrive ad amici e parenti in una lettera il famoso scrittore Charles Dikens, proprio l’autore di “Oliver Twist” e tanti altri capolavori, quando giunse sul lago Maggiore e precisamente alla vista dell’Isola Bella esclamo: “Per quanto fantastica e meravigliosa possa essere ed è l’Isola Bella, è tuttavia bellissima!”, mentre Gustav Flaubert riferendosi al “Giardino dell’ìEden” dell’Isola Madre disse: “È il luogo più voluttuoso che io abbia mai visto al mondo. La natura incanta con mille seduzioni sconosciute e ci si sente in uno stato di rara sensualità e raffinatezza”.

Indimenticabile anche il “Triangolo amoroso” che vide la femme fatale Lou Salomé contesta tra Nietzche e l’amico Paul Rée. Si narra che proprio nelle lunghe passeggiate avvenute al Sacro Monte di Orta San Giulio, il grande filosofo abbia dichiarato il proprio amore che non venne corrisposto dalla giovane ed affascinante russa, e ormai deluso cadde in una profonda crisi depressiva.

Accanto a questi giganti della letteratura, vi invito a scoprire due scrittori forse meno conosciuti, ma che hanno avuto il grande pregio di raccontare paesaggi mozzafiato e, se vogliamo, la vita dei paesi affacciati sul lago d’Orda con grande maestria e dovizia di particolari: Giovanni Achille Cagna ed Emilio Praga.

Giovanni Achille Cagna scriverà nel 1887, ambientando il suo romanzo sulle rive del lago d’Orta, il famoso “Alpinisti Ciabattoni“. Lo stesso autore riassume la trama come la descrizione degli incovenienti e dei malanni della villeggiatura. I due coniugi Gibella, protagonisti delle disavventure, appartenenti alla piccola borghesia in Lomellina decidono di concedersi una vacanza da signori, dopo vent’anni immersi nel loro piccolo mondo domestico.

Giovanni Achille Cagna

Il paesaggio, i personaggi e le avventure che incontrano questi “signorotti borghesi” più attenti al loro status sociale che a godersi questo momento di relax lontano dalla routine quotidiana si perdono nelòle loro scampagnate e rischiano di fare la fine della famosa pubblicità degli anni novanta: “Turisti fai date? Ahi, ahi ahi”.

Giovanni Achille Cagna, in più di un’occasione, interviene nel testo e si prende beffa dei protagonisti mostrando il bello e dipingendo paesaggi sublimi ignorati solo dai Gibella!

Ricordiamo il sottile “filo rosso” che collega Giovanni Achille Cagna, attraverso uno stile maccheronico con diverse espressioni dialettali, arcaismi ed esilaranti forme onomatopeiche piacque a Benedetto Croce, Gobetti e a Gianfranco Contini… Ma soprattutto fu ispirazione a Carlo Emilio Gadda, che conservava nella sua biblioteca una copia annotata dell’opera.

Una scena tratta da “Alpinisti Ciabattoni”

Altra “penna” poco conosciuta ma davvero interessante è: Emilio Praga, scrittore scapigliato fu tra i fondatori della SIAE. Negli ultimi giorni di vita lavorò ad un romanzo, “Memorie del presbiterio”, che è ambientato ancora una volta sul lago d’Orta ed in particolare nella vicina Valle Strona.

Emilio Praga

Prima di addentrarci nella trama del libro, sottolineo come, in alcuni passaggi, si possano notare alcuni particolari dei paesi di luzzogno e Massiola anche se l’aver camuffato i toponimi dei luoghi rende difficile individuare con precisione i luoghi narrati.

Tutto il racconto si dipana in questo villaggio all’apparenza tranquillo, ma che nasconde un segreto inconfessabile, i cui personaggi coinvolti sono tra loro molto diversi. L’oggetto del contendere pare fosse un piccolo prato con una quercia dove don Luigi, il parroco, era solito recarsi a meditare, lasciando che i poveri raccogliessero l’erba e le ghiande. Su questo luogo ora il Sindaco, vantando alcuni non chiari diritti, aveva necessità di farvi passare una viuzza e pretende che il curato lo ceda al Comune.

Dietro a questa innocua disputa si nasconde qualcosa di più intrigante e sordido così il nostro protagonista conosce via via tutti i vari personaggi che ruotano intorno al Presbiterio. Al suo arrivo incontra il Baccio, il factotum del paese: sacrestano, campanaro e facenti funzioni di messo comunale; poi l’anziana perpetua, Mansueta, e il perno di tutta la vicenda il curato Don Luigi. Nei giorni seguenti conosce il farmacista, un certo Signor Bazzetta che non disdegnava i piaceri della vita. Il Sindaco Angelo De Boni derivante da una famiglia agiata oriunda di Zugliano, il capoluogo del circondario, dal cui padre ereditò l’esser iracondo, dispensatore di bastonate, bevitore senza pari, accanito giocatore e vizi vari. Il dottor De Emma umile e dolce, che arrivato dall’Inghilterra, stabilì la sua dimora a Zugliano e diede vita ad una casa di salute. Il Beppe, giovane padre di famiglia, la cui moglie muore dopo una violenza. Aminta detto “l’abatino” figlio di Rosilde, la defunta sorella  di Mansueta, vive in Seminario a Novara e quando torna a casa dimora dal Sindaco, che paga gli studi e non lesina i maltrattamenti.

La copertina di “Memorie del presbiterio”

Ovviamente questa piccola carrellata non ha la pretesa di essere esaustiva. Mancano tanti grandi letterati tra cui Gianni Rodari…ma ho la sensazione che ne parleremo in altre occasioni! Per il momento non rimane che augurare a tutti gli amci del blog: BUone Feste!

BIBLIOGRAFIA

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