Oggi voglio parlarvi di un “illustre” personaggio divenuto famoso per la propria pazzia dovuta, sostengono alcuni storici, all’abitudine di bere una mistura arricchita di piombo.
Parliamo dell’Imperatore Caligola.
Gaio Giulio Cesare Augusto Germanico, noto con il nome di Caligola per i calzari che indossava (le calige) fu il terzo imperatore della dinastia Giulio Claudia. Una delle sue sorelle, Agrippina, sarà la madre del futuro imperatore Nerone.
Non si è sicuri del luogo della sua nascita; alcuni sostengono sia Triviri, altri Tivoli, altri ancora sostengono sia stato originario di Anzio.
L’infanzia non fu facile perché l’avvelenamento del padre, avvenuto durante una campagna militare, lo misero ben presto di fronte alla realtà degli intrighi e delle cospirazioni di palazzo.
Tornato insieme alla madre a Roma, l’imperatore Tiberio non fu particolarmente entusiasta di rivedere i due; credendo fosse stata Agrippina (madre di Caligola) ad avvelenare Germanico (padre del futuro imperatore). Allo stesso tempo però Agrippina sosteneva che fosse stato Tiberio ad ordinare la morte del marito.
Di fronte a questa situazione, il Prefetto del Pretorio decise di sbarazzarsi di Agrippina e del figlio maggiore Nerone Cesare.
Confidò, forse mentendo, che Tiberio aveva intenzione di avvelenarla. Durante un banchetto, la donna rifiutò platealmente il cibo e Tiberio, considerandolo un affronto, esiliò la madre insieme al figlio maggiore.
In questo modo l’imperatore poté disfarsi di un fastidio in casa propria.
Caligola, ancora ragazzino e ormai solo, decise di ritirarsi sul Colle Palatino dalla bisavola Livia e dopo la morte della donna, si trasferì a casa della nonna Antonia, dove conobbe diverse personalità del tempo tra cui Erode Agrippa, il figlio di Cleopatra e Marco Antonio e, si racconta, che proprio durante quel soggiorno, Caligola deflorò la sorella Drusilla.
Nel tempo la corte imperiale andava assottigliandosi perché Tiberio, ormai paranoico, giustiziava ed esiliava tutti coloro che sosteneva potessero essere membri di una congiura a suo danno.
E fu allora che Caligola cominciò a far parte sempre più attivamente della vita a corte.
Il suo periodo accanto a Tiberio viene ancora ricordato come un periodo durante il quale Caligola si fece notare per il proprio autocontrollo, dimenticando le violenze di Tiberio verso la sua famiglia.
Nonostante ciò però Caligola iniziò a manifestare la propria indole violenta e viziosa.
Frequentava bordelli, taverne in incognito e assisteva alle esecuzioni.
Tiberio però, ormai prossimo alla morte, tollerava i comportamenti del nipote, forse per trovare nel giovane un modo per vendicarsi del popolo romano; anche se non gli risparmiò dure critiche nelle proprie memorie.
Alla morte di Tiberio gli eredi erano Caligola e Tiberio Gemello.
Non avendo ancora raggiunto i 15 anni, Tiberio Gemello fu escluso dalla successione e Caligola ascese al trono acclamato dal popolo.
I primi anni di regno furono caratterizzati da amnistie, lotta alla corruzione, aumentò le libertà dei cittadini, indisse giochi e banchetti, iniziò a mettere nel mirino delle proprie critiche il Senato, realizzò importanti opere pubbliche, templi, porti e ristrutturò un gran numero di edifici in tutto l’Impero.
Ma la sua instabilità mentale, forse aggravata da una mistura afrodisiaca arricchita dal piombo, lo portarono ben presto a dare segni di bizzarria e squilibrio.
Oltre a peggiorare la sua natura dispotica, come quando fece erigere una propria colossale statua al centro del tempio di Gerusalemme come risposta alla distruzione di una delle statue che lo raffiguravano da parte degli Ebrei, Caligola diede iniziò a ordinare la costruzione di opere assurde come navi gigantesche con terme, viti, decine di file di remi.
Iniziò a sperperare il denaro gettandolo quotidianamente alla folla, ai banchetti faceva servire cibi coperti di polvere d’oro e perle disciolte in aceto.
Quando i fondi iniziarono a scarseggiare, organizzava aste obbligatorie di ogni genere, modificava i testamenti degli sconosciuti nominandosi unico erede, aumentò le tasse in modo sproporzionato e ne inventò di nuove; spesso senza renderle pubbliche in modo che violandole, i cittadini dovessero pagare.
La linea sulla Giustizia, prima liberale, divenne sempre più assolutista e dispotica, arrivando a decidere del destino dei romani a proprio piacimento e sempre con lo scopo di accumulare ricchezze.
All’interno di questi episodi di sperpero di denaro, si inserisce anche la vicenda del cavallo Incitatus.
Il cavallo della scuderia prediletta da Caligola era così tenuto in considerazione che, si racconta che l’imperatore avesse fatto costruire una stalla in marmo, con una mangiatoia in avorio e avesse donato al cavallo un colletto tempestato di gioielli e una coperta di porpora.
Si racconta inoltre che Incitatus venisse invitato a banchetti ufficiali dove gli veniva servita biada mista a oro.
Nella memoria collettiva fu proprio Incitatus ad essere indicato da Caligola come nuovo Senatore.
Su questo aspetto però gli storici sono divisi tra chi sostiene che Caligola fosse veramente pazzo, oppure (molto più probabile) avesse detto di voler nominare Incitatus senatore in spregio e come scherzo al Senato, sostenendo che un cavallo fosse ugualmente capace di svolgere il ruolo di un senatore.
Il 24 gennaio del 41, durante i ludi palatini, un gruppo di pretoriani guidati dal tribuno Cassio Cherea che aveva anche motivi personali contro Caligola visto che veniva preso in giro dall’imperatore chiamandolo “checca” per la sua voce stridula, mischiandosi nella folla, attesero che l’imperatore si allontanasse dalla sua sedia da dove assisteva allo spettacolo e raggiungesse la galleria che collegava il teatro al palazzo imperiale.
Lì, Caligola si fermò a parlare con alcuni attori e allora i congiurati agirono.
Caligola venne pugnalato e scoppiò uno scontro tra i congiurati e la guardia personale germanica.
Durante il tumulto l’imperatore venne colpito da trenta pugnalate.
Poco dopo, la stessa sorte toccò alla moglie Milonia Cesonia, pugnalata da un centurione inviato da Cherea e alla figlia Giulia Drusilla, uccisa sbattuta contro un muro.
Inizialmente nessun cittadino osò festeggiare, credendo che potesse essere uno scherzo di Caligola per provare la fedeltà del popolo.
Quando poi la notizia venne confermata, i senatori decisero prima di ristabilire la Repubblica e poi di nominare lo zio di Caligola, Claudio, suo successore che pensò bene di comprarsi la fedeltà della guardia pretoriana con quindicimila sesterzi.
