C’è una stazione, in pieno agosto, in una grande città.
Persone che arrivano e partono, per andare al mare col treno.
Col treno, perché non sono ricchi.
C’è la sala d’attesa, perché alla stazione si aspetta.
Sala d’attesa della seconda classe, perché non sono ricchi.
Seconda classe, bastardi!
Ottantacinque persone aspettano di partire, e partiranno per non tornare mai più.
L’orologio sopra la sala segna le 10:25.
E lì si fermerà.
Giovani parlano, anziani leggono, genitori sorvegliano bambini giocare attorno a quella valigia lasciata lì, come dimenticata da qualcuno.
È il 2 agosto del 1980.
È la stazione di Bologna.
Questo racconto è stato pubblicato nell’antologia “Treni persi, presi o sognati in 100 parole”, Giulio Perrone Editore