Sentiero Scagnol: via di commercio e contrabbando in Val Divedro

Tempo di lettura: 4 minuti

Il sentiero "Scagnol" è stato per secoli il collegamento tra l’altipiano di Bugliaga (frazione di Trasquera) e il fondovalle....

Vi voglio parlare di un’escursione che ho fatto qualche mese fa.
A cavallo di Pasqua sono andato alla scoperta del Sentiero Scagnol: avevo sentito parlare molto di quel percorso ma non ci ero mai stato prima di allora.
Giusto per dare qualche nozione di carattere storico, il sentiero “Scagnol” è stato per secoli il collegamento tra l’altipiano di Bugliaga (frazione di Trasquera) e il fondovalle altrimenti divisa da imponenti pareti rocciose.
Il piacevole (ed io da grande appassionato di storia aggiungo emozionante) percorso escursionistico, era l’antica via utilizzata per il trasporto della pece.
Da incisioni praticate nei tronchi di larice, presenti in estesissime formazioni lungo i pendii di Bugliaga, si estraeva la resina che dopo un primo processo, di cottura e distillazione in apposite pecerie, estese piazze, dotate di fornetti, permetteva di ottenere la pece.
La sostanza era usata dai calzolai, come combustibile per lanterne o per chiudere  le fessure delle barche, per renderle  impermeabili  all’acqua, o per le corde degli strumenti ad arco. Era trasportata a valle nei gerli dalle donne, in barilotti di circa 40/50 kg l’uno.
Nell’Ottocento l’applicazione di una severa normativa per l’estrazione della resina che, se  eseguita in modo arbitrario portava alla distruzione degli alberi, incentivò il contrabbando e la produzione clandestina.
Il percorso dello Scagnol è una parte di una parte di un cammino ad anello più ampio  che ora andrò a descrivere.
L’itinerario ha inizio ad Iselle, frazione di Trasquera al confine con la Svizzera; il sentiero inizia dopo la galleria superata la Dogana Italiana ed in molti momenti si tocca il territorio svizzero.
Iniziamo a salire da Balmoreglio fino ad incontrare ed a percorrere il passaggio dello Scagnol, termine di origine dialettale che dà nome a questo percorso, con le sue caratteristiche scalinate costruite sulla roccia.


Ci troviamo di fronte a un percorso lungo oltre 250 scalini a tratti esposto ed attrezzato con catene, molto emozionante, che ripercorre le tracce della via della pece e dei contrabbandieri che da qui passavano per valicare il confine svizzero cercando di sfuggire ai controlli.
Superato il passaggio si sale nel bosco fino a giungere a Valdo (Vaul in dialetto ossolano), 1250 mt. s.l.m.
Da Valdo proseguiamo fino a giungere a Bugliaga Dentro (territorio italiano), poi continuiamo a salire fino a superare nuovamente il confine ed entrare in Svizzera su un sentiero molto ripido ed attrezzato: in alcuni tratti, oltre alle catene, sono stati messi anche dei gradini da ferrata per agevolare ulteriormente il passaggio, per cui consiglio la massima attenzione.
Si prosegue fino a giungere alla conca dell’Alpe Vallescia dove il panorama si apre in tutto il suo splendore.
Lasciata l’Alpe Vallescia ( poco prima dell’Alpe c’è un cippo che segna nuovamente il confine quindi rientriamo in territorio italiano ), scendiamo verso l’Alpe Balma e attraversando dei prati, raggiungiamo la stradina che scende verso Bugliaga.
Dopo Bugliaga anziché seguire la strada asfaltata prendiamo il sentiero che scende verso il Ponte del Diavolino per ammirare e superare lo scorrere del Rio Gurva.
Ritornati sulla strada asfaltata prendiamo verso Trasquera per poi prendere la mulattiera che giunge ad Iselle, passando per i prati della frazione Chiezzo e le baite abbandonate di Pianezzo, fino a giungere nuovamente sulla strada Statale del Sempione, poco prima della galleria.
Si conclude così la nostra escursione, intensa dal punto di vista del dislivello ma soprattutto ricca di storia, di panorami, di scorci fotografici bellissimi e di emozioni  che spero di avervi trasmesso attraverso questo scritto.

Daniele Scarpulla

BIBLIOGRAFIA

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