Norma Jeane Mortenson, conosciuta da tutti come Marilyn Monroe, morì il 4 agosto 1962 a Brentwood, Los Angeles.
Il suo corpo senza vita fu trovato privo di vestiti e con in mano la cornetta del telefono. Ad entrare per primo nella sua stanza, chiusa dall’interno, fu Ralph Greenson, medico psichiatra che la seguiva, che venne chiamato alle 3:30 da Eunice Murray, sua governante e amica.
La donna era preoccupata perché non riusciva a entrare nella camera di Marilyn. Vedeva la luce accesa ma non sentiva alcun rumore. Non rispondeva nemmeno alle sue domande. La chiamata alla polizia per denunciare il fatto arrivò alle 4:25, come da successivi accertamenti telefonici.
Alcuni biografi ritennero però che trascorsero cinque ore dal momento del decesso a quando vennero avvisate le autorità.
In questo lungo lasso di tempo sembra che Marilyn sia stata portata al Saint John’s Health Center di Santa Monica. L’ospedale avrebbe rifiutato di accettare il caso per l’eccessiva notorietà della vittima.
Secondo il dottor Thomas Noguchi, che eseguì l’autopsia, la morte di Marilyn fu con “molta probabilità” un suicidio, causato da un’overdose di barbiturici.
Nel corpo della donna trovò 8 milligrammi di Idrato di cloralio e 4,5 milligrammi di Pentobarbital per 100 millilitri di sangue.
La ricostruzione incerta degli eventi di quella notte, la presenza non confermata di Bob Kennedy nella casa dell’attrice la sera prima della sua morte, alcune incongruenze nelle dichiarazioni dei testimoni e nel referto autoptico, diedero il via ad una serie di congetture e ipotesi che crearono un mistero sulla sua fine non ancora risolto.
Tra le varie possibilità venne ipotizzata la complicità dei Kennedy nella vicenda: probabilmente vedevano in Marilyn, pronta a confessare le loro relazioni con lei, una minaccia per la loro carriera politica.
Ci fu chi parlò addirittura di una vendetta della mafia americana nei confronti della famiglia Kennedy, per alcune promesse fatte in campagna elettorale e non mantenute.
Kennedy o no…la sua morte resta un mistero….