Ugo Forno, il partigiano di 12 anni caduto in battaglia

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Il ragazzo convinse i giovani contadini,  Antonio e Francesco Guidi, Luciano Curzi, Vittorio Seboni e Sandro Fornari, ad aiutarlo ad ostacolare  l'azione delle retroguardie tedesche. Attraversarono la campagna e giunsero all'altezza dell'Aniene....

Ugo Forno era nato a Roma il 27 aprile 1932.
Quando è  stato ucciso era solo un bambino… aveva 12 anni.
Con i genitori abitava in via Nemorense e frequentava la seconda media all’istituto Luigi Settembrini di via Sebenico.
Il 5 giugno 1944, alle 6:30 circa, era appena uscito di casa  quando aveva incontrato gli alleati, da poco entrati a Roma.
Alle 7: 30, Angiolo Bandinelli  testimone di quella giornata, lo aveva visto in Piazza Verbano, che gridava: : «C’è una battaglia lassù oltre piazza Vescovio! Ci sono i tedeschi, resistono ancora».
In effetti, proprio quella mattina un reparto di guastatori tedeschi stava cercando di far saltare il ponte ferroviario sull’Aniene.
Ugo voleva fare qualcosa.
Si era procurato un fucile e una cartuccera ed era corso a cercare qualcuno che lo aiutasse.
Verso le 9:00 era entrato in una casa colonica di vicolo del Pino, per incontrarsi con cinque giovani, armati con fucili e pistole.
Il ragazzo convinse i giovani contadini,  Antonio e Francesco Guidi, Luciano Curzi, Vittorio Seboni e Sandro Fornari, ad aiutarlo ad ostacolare  l’azione delle retroguardie tedesche.
Attraversarono la campagna e giunsero all’altezza dell’Aniene.
I sei partigiani individuarono un gruppetto di soldati tedeschi, intenti a piazzare grossi pacchi di esplosivo sotto le arcate del ponte che sorreggeva i binari della ferrovia Roma-Firenze, di fianco a Ponte Salario.
Senza esitazione aprirono il fuoco sui soldati nemici, costringendoli a cercare riparo.
Dopo un breve scontro i soldati tedeschi decisero di abbandonare l’azione.
Per difendersi durante la ritirata spararono tre colpi con un mortaio.
Il primo prese in pieno Francesco Guidi, facendolo stramazzare.
Il secondo proiettile ferì ad una coscia il Curzi e staccò un braccio a Fornari.
Le schegge del terzo colpo centrarono Ugo al petto e alla testa, uccidendolo sul colpo.
Il loro sacrificio permise la salvezza del ponte ferroviario sull’Aniene, che rimase intatto.
Un gruppo di gappisti, giunto poco dopo sul posto, avvolse il corpo di Ugo Forno in una bandiera e lo trasportò, insieme ai tre feriti, alla clinica di via Monte delle Gioie. Francesco Guidi, di soli 21 anni, non sopravvisse alle ferite riportate.
Il coraggioso intervento di quei 6 giovani partigiani ha salvato quel giorno il ponte sull’Aniene, che il 5 giugno 2010 è stato dedicato a Ugo Forno da RFI-Rete Ferroviaria Italiana.

BIBLIOGRAFIA

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