La famiglia Pieri abita nella casa con i nonni a Sant’Anna di Stazzema.
Natale e Irma hanno tre figli: Alice, Luciana ed Enrico che ha 10 anni.
La loro abitazione è a poche decine di metri dalla piazza della chiesa del paese.
I ragazzi frequentano la scuola di Sant’Anna.
Enrico in estate porta le pecore al pascolo, per dare una mano alla famiglia.
Quel 12 agosto del 1944 sono tutti riuniti intorno al tavolo della cucina per fare colazione.
È l’alba.
Ognuno pensa a quello che dovrà fare durante la giornata e che alla sera finalmente ci si ritroverà per raccontarsi tutto.
Qualcuno all’improvviso dà l’allarme, urlando a squarciagola per le vie del paese: i tedeschi si stanno avvicinando dal monte Ornato.
Cosa fare?
Non c’è tempo per pensare a nulla perchè in pochi istanti i soldati irrompono con la forza in casa: li costringono ad uscire e li trascinano in una casa vicina, quella dei Pierotti.
Là dentro c’è Grazia, anche lei bambina, spaventata da quello che sta accadendo e che non capisce. La piccola riesce a nascondersi in un ripostiglio e quando si accorge che Enrico è bloccato con gli occhi sbarrati che si guarda attorno, lo tira a sé.
Fuggono, prima nell’orto, poi si nascondono tra le piante.
Sentono le urla, gli spari, le fiamme, l’odore di bruciato che si diffonde dappertutto.
Passano i minuti, chissà quanti, poi passano le ore.
Quando si sentono più al sicuro escono dal loro nascondiglio.
Enrico cerca la sua famiglia, ma non c’è più nessuno. Quel giorno ha perso tutto. Come lui, molti altri a Stazzema, hanno perso tutto ciò che di più caro avevano al mondo.
Ma il ricordo resta, e così, una volta cresciuto, nel 1992 ritorna a Sant’Anna.
Passa il resto della vita a cercare di mantenere viva la memoria di quel piccolo paese, che quel giorno di agosto ha grondato sangue.
