Petar Brzica nacque nel 1917.
Prima dell’inizio della II guerra mondiale era uno studente borsista presso il collegio francescano di Široki Brijeg in Erzegovina.
Membro della Grande Confraternita dei Crociati, organizzazione parte del movimento cattolico croato, trascorse un po’ di tempo a studiare legge a Zagabria, dove entrò a far parte della Gioventù Ustascia.
Dopo la proclamazione dello stato indipendente di Croazia, nel 1941, molti membri del clero cattolico nel paese si schierarono a favore del regime.
Petar era fra loro.
Divenne membro del governo fascista ustascia e guardia nel campo di concentramento di Jasenovac, con il grado di tenente, dove si distinse per la ferocia delle sue azioni.
Era solito usare, durante le sue violente scorribande ai danni dei prigionieri, un coltello a lama curva, chiamato anche srbosjek (“taglierino serbo”).
Amava sgozzare i nuovi arrivati per far capire chi comandava.
Secondo alcune fonti nella notte del 29 agosto 1942 vinse una gara indetta tra alcune guardie del campo.
Lo scopo era quello di tagliare la gola al maggior numero di internati possibile.
Pare che riuscì a trucidare fra le 1000 e le 1100 persone, guadagnando sul campo il titolo di re dei tagliagole.
Dopo la fine della guerra, tolta la divisa, fece perdere le sue tracce e non fu mai catturato o giudicato per i crimini commessi.
