Il 2 luglio si ricorda San Lucio di Cavargna, santo che porta anche il nome di Luguzzone, Luzzone, Uguccione…
Il primo nome con cui è menzionato è Luguzzone, diventato poi in milanese Lüzi e da qui Lucio.
Ma è noto soprattutto per essere il “santo del formaggio”, infatti è sempre rappresentato con una formaggella tra le mani, nell’atto di donarla ai poveri.
Luogo di culto per eccellenza di San Lucio è un oratorio alpestre sul confine tra la Val Cavargna e la Val Colla, ora tra Italia e Svizzera.

Pare che Lucio fosse un garzone a servizio di un mastro casaro e che fosse vissuto sui pascoli della Val Cavargna intorno all’inizio del XIII secolo.
Venne ucciso per mano del suo ex padrone per gelosia, poiché la sua presenza portava abbondanza a casa del nuovo padrone. Il corpo fu gettato in un vicino laghetto le cui acque si tinsero di rosso e che ancora oggi nel mese di luglio assume una colorazione rossastra.
L’oratorio alpestre è di origine medievale, ampliato nel XVI secolo, molto probabilmente su un preesistente luogo di culto. Lucio è molto venerato in Ticino, in provincia di Como e di Varese, ma si trovano sue raffigurazioni anche in Piemonte e nella pianura padana.

Si pensa che il culto sia stato diffuso dai calderai della Val Cavargna e della Val Colla, che si spostavano per lavoro in nel nord Italia e nel Ticino.
San Lucio è patrono dei casari, dei mandriani e degli alpeggi.