Il seme delle streghe, da Amelia a Irene Grandi

Tempo di lettura: 4 minuti

l teatro natura, molto suggestivo, di Oira di Crevoladossola ha fatto da cornice venerdì 22 e sabato 23 luglio 2022 allo spettacolo The witches seed, interessante e non banale messa in scena a metà strada tra opera lirica e rock, con la notevole performance di Irene Grandi che è riuscita, con la granita che da sempre contraddistingue la cantante toscana, a dare forza all’interpretazione della sua Isabetta.

Una immagine dello spettacolo

L’opera, scritta dal fondatore dei Police, Stewart Copeland, è durata 90 minuti, con una storia che è riuscita ad essere non banale: il rischio, infatti, di  stereotipare le streghe era molto alto, trasformando le tre figure femminili in vittime inconsapevoli. In realtà le tre protagoniste non sono vittime, quanto piuttosto donne vere, con una sessualità capace di destabilizzare l’ego maschile, rappresentato dall’inquisitore Buelli, antagonista dell’opera, personaggio reale, così come reale è il personaggio del vescovo Bescapé. Una chiesa che, in quest’opera, grazie soprattutto al ruolo del vescovo, riesce a non uscirne troppo “con le ossa rotte”: il Vescovo, alla fine, è un personaggio positivo, scioccato dalle torture che il sadico Buelli, in un interessantissimo passaggio dell’opera, descrive minuziosamente, in maniera quasi compiaciuta. 

Tra accuse estorte grazie all’analfabetismo delle vittime, delazioni di uomini privati della loro sessualità, ed una cornice di pestilenza, l’opera rappresenta una bella rilettura in chiave moderna che sembra trarre ispirazione da La chimera di Sebastiano Vassalli. E, da esperto di Covid, non ho potuto che rivedere nell’atteggiamento del popolo la “caccia all’untore” a cui abbiamo assistito a partire dal marzo 2020, dove il “nemico” era il corridore o chi usciva con il cane, tra urla, accuse e delazioni varie.

Una scena dello spettacolo, con il vescovo Bescapé

E le torture a cui le donne vanno incontro sono reali: una, persino, muore prima di ottenere la confessione. 

E, visto che le streghe da bruciare erano tre, occorre trovare una sostituta da ardere al rogo, perché il pubblico vuole il suo spettacolo.

A lato della rappresentazione, poco prima dell’inizio, c’è stata la conferenza dell’antropologa – nonché amica – Michela Zucca, una vera e propria esperta della stregoneria. Ed anche lei ha evidenziato la complessità della figure delle streghe, che, almeno all’inizio, non erano accusate di veneficium, di sortilegi, quanto piuttosto di sedizione. Donne potenti, che vivevano una sessualità libera e non passiva, portatrici di antiche sapienzialità e per questo osteggiate dal potere ecclesiastico.

Una piccola considerazione a lato di questa breve e volutamente incompleta recensione: le streghe, ormai, sono tornate e reclamano il loro ruolo nella cultura pop. Partendo da Amelia, la strega Disney plasmata sulle forme di Gina Lollobrigida, arrivando fino alle maghette e alle majokko giapponesi, protagoniste di tanti anime (Bia e la sfida della magia, L’incantevole Creamy, Magica Emy, fino a Sailor Moon, strega che salva il mondo) le streghe hanno avuto un ruolo fondamentale nella costruzione dell’immaginario culturale, nel cosiddetto media-scape.

Ed è interessante che questo revival della stregoneria, con streghe che non spaventano più ma piuttosto diventano stereotipo della condizione femminile odierna (come la Samantha e Tabata di Vita da strega, o la teenager Sabrina o ancora meglio le tre sorelle di Streghe), sia un trend in continuo sviluppo. Con aspetti orrorifici che rimandano alla sessualità ed alla riproduzione – cosa ben presente anche nell’opera di Copeland – ma che spesso rimangono in secondo piano: al pubblico di oggi delle streghe non interessa più il loro saper fare magie, quanto piuttosto il loro essere donne complesse.

Se questo argomento vi ha appassionato vi aspetto sabato, 30 luglio, alle 18, a Croveo, dove con il gruppo dei Viaggiatori Ignoranti, terremo una conferenza proprio su queste tematiche.

BIBLIOGRAFIA

Ciurleo, Luca

2018  – Tra Amelia e Sailor Moon. La strega nella cultura pop in un mix tra paura, addomesticazione e lotta femminista, in Montagne, Maghette, Mandragore, Landexplorer,

2022 – La società di lattice. Viaggio di un antropologo urbano nel mondo post Covid-19, PAV Edizioni

 

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