Tsvi Nussbaum, il bambino con le braccia alzate del ghetto di Varsavia

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Circa 300.000 ebrei del Ghetto di Varsavia furono assassinati a Treblinka tra il 23 luglio e il 21 settembre del 1942.....

Circa 300.000 ebrei del Ghetto di Varsavia furono assassinati a Treblinka tra il 23 luglio e il 21 settembre del 1942.
Per otto settimane, le deportazioni continuarono al ritmo di due treni al giorno.
Ogni treno trasportava dalle 4.000 alle 7.000 persone.
Le vittime erano soffocate in gruppi di 200 persone con l’uso del monossido di carbonio.
Nel settembre 1942 furono costruite nuove camere a gas, per aumentare il numero delle esecuzioni:  erano in grado di uccidere 3.000 persone in sole 2 ore.
L’operazione di evacuazione si  concluse il 21 settembre 1942.


Nelle ultime 2 settimane furono deportati e sterminati circa 48.000 ebrei.
L’ultimo trasporto umano, con 2.200 vittime, includeva la polizia ebraica coinvolta nelle deportazioni e le loro famiglie.
All’inizio del 1943 la popolazione nel ghetto era costituita da circa 70.000 unità, considerate abili al lavoro. Molti erano morti per le malattie, per la fame e la fatica. Altri erano stati deportati a  Treblinka.
Il 18 gennaio le SS entrarono nel ghetto con l’intenzione di prelevare altre 8.000 persone.
La fotografia riportata qui sotto fu scattata proprio quel giorno.
Era contenuta in un fascicolo che fu consegnato ad Himmler, con lo scopo di documentare la chiusura definitiva del ghetto.
Questa immagine divenne un simbolo di quei giorni. Il bambino ebreo immortalato nella storia dell’Olocausto, con le mani alzate e la paura sul volto perché minacciato da soldati tedeschi armati, era Tsvi Nussbaum.
La sua identità rimase sconosciuta per molto tempo, finché un giorno, un uomo sopravvissuto alla deportazione, dimostrò di esser lui quel bambino della foto.
Fornì la sua immagine sul passaporto di due anni dopo. La sua somiglianza era indiscutibile.
Tsvi raccontò che quella fotografia era stata scattata il 13 luglio 1943 davanti all’hotel Polsky. Quel giorno si presentarono alcuni ufficiali tedeschi con una lista di nomi di ebrei, tra cui il suo, da deportare ad Auschwitz.
Essendo orfano, avrebbe dovuto essere fucilato subito, ma fortunatamente lo zio, Shalom Nussbaum, dichiarò che il bambino era suo figlio, salvandogli la vita.
Fu portato ad Auschwitz, dove rimase fino alla sua liberazione.


Dopo la fine della guerra rimase qualche anno ancora in Europa, poi emigrò nel 1954 negli Stati Uniti, dove studiò e divenne dentista a New York.
Tsvi Nussbaum è scomparso nel 2012.
Nel ghetto era sopravvissuto.
Ad Auschwitz era sopravvissuto.
Ma aveva pagato un prezzo altissimo. Aveva perso la madre, il padre, il fratellino, i nonni e la bisnonna.
Non dimenticò mai quello che aveva passato, ma non riuscì per molti anni a parlarne.
Solo nel 1982 si fece avanti e raccontò finalmente  che il bambino con le braccia alzate di quella fotografia era proprio lui.
Tsvi Nussbaum … Istvan ReinerCzesława Kwoka… sono solo alcuni dei volti che ci ricordano i giorni bui che l’Europa intera visse durane la Seconda Guerra Mondiale, giorni che non vorremmo più rivivere e che non dovremmo mai dimenticare.

BIBLIOGRAFIA

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