Senza pace: i conflitti armati oggi nel mondo

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I profughi sparsi per il pianeta sono innumerevoli. Spesso sopravvivono in condizioni disperate per anni, senza intravedere nel proprio futuro una possibile soluzione che li riporti a una via normale.....

In tutto il mondo sono ancora decine i conflitti armati. Ogni giorno muoiono centinaia di persone, nel silenzio più assoluto, avvolti da quella spessa nebbia che crea l’indifferenza a ciò che non ci tocca direttamente, a ciò che non finisce su TG o giornali.
I profughi sparsi per il pianeta sono innumerevoli. Spesso sopravvivono in condizioni disperate per anni, senza intravedere nel proprio futuro una possibile soluzione che li riporti a una via normale.
Molti sono i bambini che nascono nelle tendopoli di emergenza, senza conoscere il calore di una casa, la protezione della propria famiglia, la gioia di una festa tutti insieme.
Eppure li vediamo vagare, con le loro valige consumate, con quel che resta della loro vita, con i vestiti sporchi o magari senza più nulla. Li vediamo dormire nella neve, nel fango, annegare in mare oppure spegnersi lentamente in un letto d’ospedale fra atroci dolori perché un trafficante gli ha dato fuoco… Eppure non ci commuovono, non ci smuovono.
Mi chiedo semplicemente perché.
I bambini sono bambini in tutto il mondo, che siano bianchi, neri, gialli o arcobaleno.
I profughi che scappano dalla guerra sono tutti uguali: hanno la stessa paura, la stessa sofferenza, lo stesso freddo, la stessa fame.
Hanno perso casa, amici, parenti, figli.
Hanno perso la loro “vita”, sia che fosse in un piccolo villaggio sperduto, sia che fosse in una grande città. Questa che pubblico è una delle cartine, magari incompleta, che evidenzia i conflitti attualmente in atto.
Vorrei che ci fermassimo a pensare, anche solo un minuto.
Ognuno faccia la propria considerazione, esprima la propria idea, anche qui, su questa pagina, magari INSIEME capiremo perché non tutti i conflitti fanno notizia. Proviamo a ricordare qualcuna di queste guerre, forse abbiamo la memoria corta….

Afghanistan: il conflitto procede da 20 anni, e i morti sono più di 186mila, la maggior parte dei quali civili. Solo nel 2020-21 le vittime sono state più di 50mila. Il 15 agosto i talebani sono rientrati in forze a Kabul.

Burundi: l’ultimo decennio di guerra tra le due maggiori componenti etniche del Burundi, i Tutsi e gli Hutu, iniziato nel 1993, ha provocato almeno 300.000 morti ed un milione di sfollati. Dopo un’interruzione nel 2004, sono ricominciate le guerre civili etniche.

Colombia: da quasi quarant’anni la Colombia è sconvolta da una sanguinosa guerra civile tra governo, paramilitari e gruppi ribelli di estrema sinistra. All’origine di questo conflitto (300.000 morti) vi è una enorme disparità sociale tra classi dirigenti e popolazione. Un’altra parte in gioco, in una situazione già complessa, sono i potenti cartelli della droga. Gli scontri di quest’anno hanno prodotto quasi 700 vittime.

Congo R.D.: una “Guerra Mondiale Africana”, come è stata definita, che vede combattersi sul territorio congolese gli eserciti regolari di ben sei Paesi per una ragione molto semplice: il controllo dei ricchi giacimenti di diamanti, oro e Coltan del Congo orientale. Almeno 350.000 le vittime dirette di questo conflitto, 2 milioni e mezzo contando anche i morti per carestie e malattie causate dal conflitto. Negli ultimi anni gli eventi violenti sono stati quasi 2.000 e hanno causato la morte di circa 4.500 persone. Ricordiamo gli stupri di massa come arma di guerra.

Yemen: la situazione politica dello Yemen, attualmente il Paese più povero del mondo, è molto complessa. In una parte del paese è in corso un conflitto tra i ribelli sciiti Houthi e il governo di Abed Rabbo Mansour Hadi, appoggiato dall’Occidente. In un’altra parte c’è un secondo conflitto, quello tra i terroristi di al-Quaeda, che nello Yemen hanno la cellula più potente (AQAP), e il governo yemenita, sostenuto dagli Stati Uniti. I numeri delle vittime sono altissimi: solo nell’ultimo anno sono state circa 22.000.

Iraq: la crisi riguardo l’orientamento politico del paese è degenerato in una guerra tra l’opposizione e il governo.

Israele-Palestina: un lungo conflitto, che affonda le sue radici nel dopoguerra, il 14 maggio del 1948, quando Ben Gurion dichiarò l’indipendenza di Israele, dopo la decisione delle Nazioni Unite di dividere la Palestina di uno Stato arabo e in uno Stato ebraico. Dopo oltre mezzo secolo di guerre e di patti storici, di atti terroristici e di speranze di pace andate in fumo, il sogno di “due popoli due Stati” resta purtroppo ancora un’utopia.

Kurdistan: è più di mezzo secolo che i Kurdi distribuiti tra Turchia, Iraq e Iran auspicano la nascita di uno stato kurdo. Negli ultimi anni la situazione si è inasprita ulteriormente, vedendo cadere sul campo migliaia di vittime.

Siria: dal 2011 la Siria è iniziata una guerra civile, che ha lo scopo di ottenere le dimissioni del presidente Bashar al-Assad. A questo conflitto si è aggiunta la presenza e l’attività dello Stato Islamico. Secondo alcune stime, i morti finora sarebbero più di 300.000. Nell’ultimo anno in questa regione sono morte più di 13.500 persone.

Sudan: la guerra civile in Sudan è in corso ormai da 20 anni. Nel Darfur, un’area grande quasi due volte l’Italia, è in corso un violentissimo conflitto fra gruppi armati locali e milizie filo-governative. Secondo l’OMS dal marzo 2003 sono morte circa 70.000 persone. Attualmente nel Darfur muoiono ancora migliaia di persone ogni anno.

Ucraina: dal 2014 la situazione ucraina è complicata, a causa di una rivoluzione violenta che vede contrapposti alcuni gruppi separatisti al governo. Fino a gennaio del 2022 le vittime erano circa 13.000. Nel febbraio del 2022 la Russia ha invaso l’Ucraina e tutta la nostra visione della vita è cambiata…

BIBLIOGRAFIA

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