San Casimiro: il generoso santo dalle tre mani

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Terzogenito del re di Polonia e granduca di Lituania Casimiro IV e di Elisabetta d’Asburgo, Casimiro nacque il 3 ottobre 1458 nel castello di Cracovia. All’età di tredici anni, gli fu offerta la corona di Ungheria, che rifiutò appena venne a sapere che il Papa era contrario alla deposizione del precedente re e all’imposizione di un sovrano così giovane....

Terzogenito del re di Polonia e granduca di Lituania Casimiro IV e di Elisabetta d’Asburgo, Casimiro nacque il 3 ottobre 1458 nel castello di Cracovia. All’età di tredici anni, gli fu offerta la corona di Ungheria, che rifiutò appena venne a sapere che il Papa era contrario alla deposizione del precedente re e all’imposizione di un sovrano così giovane. Perciò, il giovane Casimiro optò per una vita ritirata. A contribuire a questa sensibilità interiore fu il precettore Jan Dlugosz, che aveva visto in Casimiro grandi doti d’intelligenza e delicatezza d’animo. Non era però privo di ambizioni. Forte dei suoi saldi principi morali, desiderava realizzare in sé l’ideale ascetico della povertà e dell’umiltà, pur tenendo fede al suo impegno politico per ricercare la giustizia, difendere i deboli e soccorrere i poveri.
Il re suo padre decise di affidargli la reggenza della Polonia e Casimiro seguì il suo volere, dimostrando prudenza e intelligenza. Dimostrò le stesse doti quando venne nominato vicecancelliere di Lituania. Si oppose una sola volta alla ragion di Stato: rifiutò infatti il matrimonio con la figlia dell’imperatore tedesco Federico III; unione volta ad ampliare i confini del regno polacco. Casimiro non ne volle assolutamente sapere, rivelando di essersi consacrato a Dio, “monaco” nel mondo immerso negli impegni di Corte. La sua vita fu da allora più monastica che principesca. Trascorreva infatti gran parte del suo tempo tra preghiera personale e funzioni liturgiche, spesso dimenticandosi addirittura di mangiare. Mostrava però una dura severità contro gli scismatici: proprio per sua insistenza il padre vietò il restauro delle chiese ove essi erano soliti riunirsi. Casi mirò morì consumato dalla tisi a soli 26 anni, il 4 marzo 1484, nel castello di Gardinas in Lituania. Il suo corpo fu successivamente trasferito in una cappella della cattedrale di Vilna dove, nel 1636, fu dedicata al santo una nuova sontuosa cappella. Grande devoto della Madonna, nella sua bara fu posta una copia del suo inno preferito: “Omni die dic Mariae”. La canonizzazione fu avviata già nel 1517 dal vescovo Alberto da Vilnius e da re Sigismondo III che inoltrarono la richiesta a Papa Leone X. Tutti gli atti, però, sono andati perduti; rimane solo una Vita beati Casimiri confessoris, redatta dal messo apostolico monsignor Zaccaria Ferreri, dove San Casimiro viene presentato come un giovane integerrimo, votato alla carità cristiana, provato nel corpo dalle continue veglie e dai digiuni. Nel 1602 Papa Clemente VIII approvò la festa del Santo, sancendone la definitiva canonizzazione. Nel 1636 Papa Urbano VIII proclamò San Casimiro patrono ufficiale della Lituania.
La tradizione iconografica lo raffigura con una pergamena che riporta le parole del suo inno mariano prediletto, e un giglio, simbolo di castità; infatti, San Casimiro è particolarmente invocato contro le tentazioni carnali. Nella cattedrale di Vilnius si trova il dipinto (1520), considerato miracoloso, che ha ispirato le successive iconografie del santo. San Casimiro è rappresentato con due mani destre, per un totale di tre mani. Secondo la leggenda, il pittore, insoddisfatto di una prima bozza dell’opera, cercò di ridisegnare la mano in una posizione differente, coprendo la prima versione. Poco dopo, però, la prima mano, inspiegabilmente, riapparve. Secondo altre interpretazioni, invece, il pittore scelse di dipingere di proposito tre mani per sottolineare l’eccezionale generosità del santo.

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