La bimba deportata ad Auschwitz che ha adottato il nipote del suo aguzzino

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Eva Mozes Kor fu deportata ad Auschwitz dalla Romania quando aveva solo 10 anni.
Arrivò su un treno al campo insieme alla sua famiglia e alla sua gemella, Miriam, nell’estate del 1944.
Venne destinata al blocco del dottor Mengele, quello in cui lui conduceva esperimenti su cavie umane, in particolare sui gemelli. Una volta entrate nel programma, venne loro concesso il “privilegio” di conservare i propri vestiti e i capelli e fu loro spiegato che se una delle due moriva, l’altra sarebbe stata uccisa.
Durane una testimonianza  resa di persona a una scolaresca disse: «Mi facevano fino a cinque iniezioni a settimana, iniettandomi ogni tipo di infezioni e malattie».
La sua sopravvivenza e quella di sua sorella, furono un miracolo. Uscirono insieme da Auschwitz, segnate a vita da quell’esperienza. Nonostante questo, Eva decise un giorno di perdonare i suoi aguzzini, «per cessare di essere una vittima».
Da quel giorno ha dedicato tutta la sua vita al ricordo dell’Olocausto e alla diffusione di un messaggio di pace e speranza.

Nel 1950 tornò in Israele, continuando la sua attività.
Nell’estate del 2013 fece un incontro che la colpì nel profondo.
Conobbe Rainer Hoss, nipote di Rudolf Franz Ferdinand Höß, comandante ad Auschwitz quando Eva era detenuta.
Rainer aveva interrotto ogni rapporto con la sua famiglia già dal 1985, quando aveva deciso di dedicare tutta la sua vita all’educazione delle nuove generazioni a «riconoscere e sconfiggere il Male del nazismo».
Quell’incontro cambiò le loro vite.
Un anno dopo Eva chiese a Rainer di accettare di essere adottato da lei.


Un gesto che quell’ormai anziana signora aveva voluto fare per dimostrare a tutti che la via va avanti e che il male può essere dimenticato.
Intervistata sul suo gesto,  Eva Mozes Kor aveva detto: «Non sempre andiamo d’accordo, come nel caso del “perdono per i nazisti”, infatti io non condivido la sua rottura nei confronti della famiglia, vorrei che si  riconciliassero perché solo così ci possiamo davvero emancipare dal Male di Hitler».
Ma lui non la pensa così, non vuole più avere contatti con quella famiglia.
Eva è morta il 4 luglio 2019 durante un viaggio annuale in Polonia organizzato dal suo museo, lasciando in eredità la sua grande forza e il suo coraggio di  perdonare per ricominciare a vivere…

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