Testimonianza su Pablo Míguez, 14 anni, desaparecido

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Un gruppo operativo dell'Esercito andò a cercare la madre ed il suo compagno, attivisti dell'ERP, e portò tutti al centro clandestino di detenzione noto come 'Il Vesuvio', nel Partido de La Matanza. Per 'Pablito', come lo chiamavano nei centri, iniziò uno spettro di terrore ed incertezza il cui epilogo si perde nella notte e nella nebbia del silenzio e nell'impunità....

L’alba in cui fu sequestrato – 12 maggio 1977 -, Pablo Míguez aveva 14 anni.
Un gruppo operativo dell’Esercito andò a cercare la madre ed il suo compagno, attivisti dell’ERP, e portò tutti al centro clandestino di detenzione noto come ‘Il Vesuvio’, nel Partido de La Matanza. Per ‘Pablito’, come lo chiamavano nei centri, iniziò uno spettro di terrore ed incertezza il cui epilogo si perde nella notte e nella nebbia del silenzio e nell’impunità.
Dopo alcuni mesi nel Vesuvio lo trasferirono nella soffitta più alta dell’ESMA che condividemmo insieme.
Dopo, non si sa.

Forse rimase un tempo nella prefettura di Valentín Alsina.
O forse la Marina lo “aveva già trasportato” in uno dei suoi voli. Pablo non fu visto mai più.
Chi decise la sua sorte? Era un minorenne.
Forse per il generale Martín Balza rappresentava un caso archetipico di quelli che lui considerava “atti riprovevoli che compromettevano l’immagine istituzionale”? Siamo riusciti a ricostruire frammenti del suo girare nei centri clandestini. Fino alla scomparsa, chiaro. Cosa fecero con Pablo Míguez?
Le Forze armate devono rispondere da 21 anni.

Testimonianza resa da Lila Pastoriza, sopravvissuta alle torture della Esma

BIBLIOGRAFIA

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