Anche “Cartoline dal territorio”, il format realizzato da landexplorer ed i “Viaggiatori ignoranti” giunge alla Vigilia di Natale e presenta un tema davvero particolare per augurare a tutti i lettori Buone Feste!
Ogni anno immancabilmente arriva Natale con la sua atmosfera ovattata, le canzoni che invadono i vicoli e le nostre case, ma siamo proprio sicuri che tutto ciò che creiamo e vediamo in questo periodo sia da ritenere inerente alla tradizione? Quanto questa festività è legata al consumismo, al marketing ed alla pubblicità?
Partiamo dall’uomo anziano con la barba ed un sacco pieno di regali. Egli scala terrazzi, si lancia con il paracadute, vende la Coca Cola, scende dal camino (nonostante la sua mole!), guida una slitta trainata da renne e fa il giro del mondo in sole 24 ore riuscendo a fermarsi in ogni casa per lasciare un gradito dono a tutti i bambini del mondo.
Ovviamente stiamo parlando di lui: Babbo Natale! Se state pensando che sia sempre esistito mi spiace infrangere i sogni dei più piccoli ed i piacevoli ricordi dei grandi…Babbo Natale è uno dei simboli più recenti di questa festa.
Nella sua veste attuale e più nota, Babbo Natale compare solo un centinaio di anni fa, attorno ai primi anni del 1900, negli Stati Uniti alcune marche di bibite, in particolare Coca Cola, iniziano a usare Babbo Natale per scopi pubblicitari e per la prima volta, su un giornale di San Francisco vediamo una pubblicità che rappresenta il simbolo per eccellenza del Natale mentre trasporta un carico di acqua minerale White Rock come regalo.
Negli anni ’30, Coca Cola realizzerà le pubblicità che renderanno famoso Babbo Natale in tutto il mondo!

Analizzando un po’ più approfonditamente questo simbolo si possono trovare diverse analogie con Santa Claus, ovvero San Nicola.
Dovete sapere che San Nicola, vescovo di Myra, oggi Demre, città situata nell’odierna Turchia, è considerato il protettore dei bimbi e uno dei miracoli a lui attribuiti è quello di aver riportato in vita 3 fanciulli rapiti ed uccisi da un oste.
Il nome Santa Claus, deriva da Sinterklaas, il nome olandese e nei Paesi Bassi viene festeggiato annualmente il 5 dicembre, data in cui si distribuiscono doni. Tali celebrazioni pare abbiano dato origine al mito di Babbo Natale.
Interessante notare anche come nell’apparato folklorico germanico si narrava che il dio Odino tenesse annualmente una grande battuta di caccia nel periodo del solstizio invernale (denominato Yule) e sempre la tradizione voleva che i bambini lasciassero i propri stivali nei pressi del caminetto, riempiendoli di carote, paglia o zucchero per sfamare il cavallo volante del dio Sleipnir. In cambio, Odino avrebbe sostituito il cibo con regali o dolciumi.
La tradizione germanica arrivò negli Stati Uniti d’America attraverso le colonie olandesi di New Amsterdam, rinomata dagli inglesi in New York ed è all’origine dell’abitudine moderna di appendere una calza al caminetto per Natale, simile per certi versi alla nostra tradizione legata all’arrivo della Befana.
Il Babbo Natale moderno, quindi, è la fusione di tutte le rappresentazioni appena descritte con un personaggio britannico preesistente, ovvero lo “Spettro del Natale”, rappresentato come un signore corpulento, barbuto vestito di un mantello verde lungo fino ai piedi e ornato di pelliccia.
Così, nel 1862 l’illustratore Thomas Nast raffigurò, sulla rivista statunitense Harper’s Weekly, Babbo Natale con giacca rossa, barba bianca e stivali con accostata la renna, poiché la tradizione vuole che il personaggio provenga dal Nord Europa e l’animale sia sacro a Isa o Disa, ovvero la Grande Dea Madre per gli scandinavi.
La renna rappresenta un simbolo lunare, guida le anime dei defunti nell’oltretomba e quindi ben si sposa con il viaggio notturno di Babbo Natale.

Strettamente legato alla rappresentazione di Babbo Natale per il mondo orientale troviamo il personaggio russo di “Nonno Gelo” che porta i regali ai bambini ed è vestito con un cappotto azzurro. Tale figura, presente in tutto il blocco ex-sovietico, recentemente ha cambiato livrea sfoggiando una giacca rossa, stivali di pelliccia diventando molto simile alla figura simbolica occidentale.

Nonostante una uniformità di temi ed una globalizzazione di questa festa che vede Babbo Natale presente praticamente in tutto il mondo che arriva a portare doni in slitta o facendo surf, come accade in Australia, nei piccoli paesi alpini si possono ancora trovare tracce di tradizioni e di usanze che ci riportano al senso più profondo di questa festa: la convivialità ed il senso profondo di comunità.
Oltre agli immancabili, falò e questue dei dodici giorni magici, possiamo rintracciare ancora qualche uso e costume distintivo, in particolare in Valle Strona, valle a nord-ovest di Omegna.
Ad esempio a Forno, piccola frazione posizionata nella parte alta di questa valle, si doveva andare alla Messa di mezzanotte indossando qualcosa di nuovo e se proprio non si aveva niente almeno portare in tasca un fazzoletto mai usato prima.
A Loreglia, uno dei primi paesi della Valle Strona che si incontrano salendo da Omegna, si accende ancora oggi il falò davanti alla chiesa prima della Messa di mezzanotte, mentre nella frazione di Chesio si bruciava una catasta di legna, alla fine della celebrazione; purtroppo questa usanza terminò quando venne esploso un mortaretto, inserito nella catasta, che distrusse i vetri della chiesa.
Interessante la conclusione delle funzioni a Sambughetto, poiché c’è la famosa Benedizione Papale…si avete capito bene, grazie ad un antico privilegio il Parroco, definito anche Patriarca, tre volte all’anno può impartire questa speciale benedizione un tempo riservata ai membri della confraternita dedicata alla Madonna della Cintura ed, essendo la cappella dedicata non racchiusa da balaustre la benedizione si allargava a tutto il popolo. Questa usanza è ancora celebrata oggi.
Rinnovo gli auguri di Buone Feste e ci diamo appuntamento il prossimo venerdì 14 gennaio 2022 con nuove avventure!
Samuel Piana – Landexplorer