Tamara Samsonova, la nonna squartatrice

Tempo di lettura: 3 minuti

C'era una volta, non tanto tempo fa, una nonna un po'  particolare,  soprannominata dalla polizia Granny The Ripper, la nonna squartatrice. Il suo nome è  Tamara Samsonova....
Tamara Samsonova

C’era una volta, non tanto tempo fa, una nonna un po’  particolare,  soprannominata dalla polizia Granny The Ripper, la nonna squartatrice.
Il suo nome è  Tamara Samsonova.
Tamara è  nata a San Pietroburgo il 25 aprile 1947. Ha lavorato per molti anni come dipendente di un hotel e poi si è  ritirata a vita privata.
Il 26 luglio 2015, nella periferia di San Pietroburgo, sono stati  trovati i resti di una donna tagliata a pezzi, chiusi in buste di plastica. Il suo nome è  Valentina Ulanova, di 79 anni.
Le indagini cominciano immediatamente sul territorio e grazie alle telecamere di sicurezza montate nella zona, si arriverà ad individuare il colpevole.
Esaminando i filmati,  la polizia ha individuato degli strani movimenti.  Un’ anziana signora
é entrata e uscita per ben sette volte da casa con delle buste in plastica. La donna è proprio Tamara Samsonova.
Quando si recano al suo domicilio, gli ufficiali trovano la signora tranquilla e rilassata, mentre sta sorseggiando una tisana calda.


Tamara confessa immediatamente l’omicidio della sua vicina, Valentina.
Il delitto é arrivato in seguito ad una lite molto banale. L’anziana signora vive in quel periodo con la vicina, perché nella sua abitazione ci sono in corso dei lavori di ristrutturazione. Valentina si offre di ospitarla, pensando che tutto avrebbe filato liscio e che si sarebbero fatte buona compagnia.
Una volta finiti i lavori, Tamara non è  tornata a casa perché le piace stare con qualcuno.
Ben presto la situazione si  complica. Un pomeriggio scoppia una lite per due tazze non lavate lasciate nel lavandino.
Dopo qualche giorno Tamara decide di mettere del sonnifero nel piatto di insalata dell’amica. Una volta fatto effetto, Valentina si  addormenta sul pavimento.
In quel momento scatta la furia omicida dell’anziana signora: le taglia la testa e le mani, mettendole a bollire in una pentola. Poi le  asporta  braccia e gambe.
Una volta finito di tagliare, mette i resti dell’amica in sacchetti di plastica, con l’intento di sbarazzarsene gettandoli nei bidoni della spazzatura. Le telecamere montate nel quartiere la riprendono proprio mentre, per ben sette volte, porta dei sacchetti di plastica nei bidoni comuni.
La perquisizione dell’appartamento porta alla luce numerose prove.
La polizia ritrova un sacchetto macchiato di sangue e alcuni diari, scritti in tre lingue: russo tedesco e inglese.
Nelle loro pagine Tamara confessa di aver ucciso e smembrato 10 persone negli ultimi 20 anni. Probabilmente ha usato sempre lo stesso metodo: avvelenamento, smembramento e smaltimento dei resti.
Ha confessato anche di aver ucciso il suo inquilino, scrivendolo in uno dei suoi manoscritti:
“Ho ucciso il mio inquilino Volodya, tagliato a pezzi nel bagno con un coltello e quindi messo i pezzi del suo corpo in una busta di plastica per poi disfarmene.”


Il marito stesso della donna scompare nel 2005, senza un motivo e senza lasciare nessuna traccia.
Gli omicidi attribuiti a Tamara Samsonova sono 14 in tutto. 11 di questi sono in fase di accertamento.
Attualmente è detenuta in un ospedale psichiatrico dopo essere stata condannata per l’omicidio di Valentina Ulanova.
Le indagini su quanto scritto da lei sui suoi diari continuano, soprattutto per cercare di capire se esistono effettivamente altre vittime e se è possibile rintracciarne i corpi.
Davanti al giudice, prima di ascoltare la sentenza, la nonna squartatrice ha detto: “Aspettavo da oltre 10 anni ti ritrovarmi qui. Ho fatto tutto deliberatamente, con questa morte ho chiuso il capitolo. È lei che decide vostro onore, io merito di essere punita.”
Come darle torto?
Attenzione ai vicini di casa… non si finisce  mai di conoscerli .

BIBLIOGRAFIA

CONDIVIDI

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su linkedin
Condividi su pinterest
Condividi su whatsapp
Condividi su email

COMMENTI

ARTICOLI CORRELATI

Le nostres storie direttamente nella tua mailbox