
Oggi vi portiamo alla scoperta di Invorio, paese di circa 4300 abitanti nella provincia di Novara nato nel 1928 dall’aggregazione dei comuni di Invorio Superiore e Invorio Inferiore.
Invorio è situato al confine del basso Vergante e proprio per questo spesso viene anche chiamato “Porta del Vergante”. Le origini del paese, risalgono molto probabilmente all’età romana ed alcuni reperti archeologici testimoniano la presenza umana già del 200 d.C.
Sin dal X secolo Invorio apparteneva alla Corte di Massino Visconti e fu diviso in due parti. L’area vide l’avvicendarsi di diversi signori: dai conti di Pombia, i Da Castello, i Casanova ed, infine, i Visconti. Proprio ad Invorio nel 1207 nacque Ottone Visconti, che sarebbe divenuto Arcivescovo di Milano, iniziando così il potere visconteo sulla città, dopo anni di guerra con i Torriani.
Tra le architetture degne di nota troviamo la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, la chiesa di San Giacomo Aposto e soprattutto la torre viscontea parte di un edificio risalente tra il XII ed il XIII secolo costituenti un castello distrutto tra il 1356 e il 1358. A circa 5 metri dal suolo, sul lato meridionale, è presente un’apertura sopra la quale è presente il famoso stemma raffigurante il “biscione” dei Visconti.

Secondo una leggenda nella torre fu murata viva Margherita Pusterla, figlia di Uberto Visconti che si dovette difendere dalle avances di molti uomini tra cui il cugino Luchino Visconti.
Il marito di Margherita, Franciscolo Pusterla, tento una congiura contro Luchino Visconti ma venne scoperta e imprigionò tutta la famiglia Pusterla e successivamente li fece decapitare.
La leggenda narra che ancora oggi sarebbe possibile sentire le urla di Margherita aggirandosi di notte nei dintorni della torre.
Pochi, però, conoscono la storia di Innocenzo Vincenzo Manzetti…l’inventore che realizzò un primo “prototipo” di telefono purtroppo non riuscendo a brevettare un oggetto all’epoca fin troppo innovativo di cui oggi non riusciamo più a fare meno!
Ma… andiamo per gradi.

Innocenzo Vincenzo Bartolomeo Luigi Carlo Manzetti nacque ad Aosta il 17 marzo 1826. Fu una mente creativa e pragmatica tanto che già a metà del 1800 aveva realizzato un automa in grado di suonare il flauto, un’automobile a vapore, una pompa idraulica…ed, appunto, il telefono.
Agli inizi degli anni sessanta dell’ottocento, dopo aver già provato a sperimentare l’idea di un telegrafo vocale, riuscì a trasmettere la voce umana ad oltre mezzo chilometro di distanza e nel 1865 venne addirittura presentato alla stampa con notevoli migliorie. I giornali di tutto il mondo annunciarono la notizia descrivendo come la parola potesse trasmettersi a distanza grazie all’elettricità e Antonio Meucci, allora sconosciuto immigrato a New York, aveva anch’egli concepito qualcosa di simile tanto da rilasciare ad un giornale americano la seguente affermazione:
“io non posso negare al sig. Manzetti la sua invenzione”
E descrivendo il proprio prototito rese evidente come per funzionare si dovesse tenere fra i denti una “barretta di contatto”, mentre l’apparecchio di Manzetti era in grado di far passare la voce attraverso una cornetta.
A causa del costo dei brevetti, né l’uno né l’altro brevettarono le loro invenzioni: il telettrofono di Meucci ed il telegrafo vocale di Manzetti e alla fine Alexander Graham Bell registrò l’invenzione di quello che sarebbe diventato il telefono il 14 febbraio 1876.
Purtroppo come tanti grandi geni a Manzetti deve ancora essere riconosciuta ufficialmente la paternità dell’invenzione nonostante sia attestata da numerosi documenti e dai giornali, oltre che dalla stessa ammissione di Meucci.
Per chi vuole ripercorrere questa curiosa storia può recarsi ad Invorio presso la lapide inaugurata l’8 settembre del 1894 ed al Museo che si trova ad Aosta dove è esposto anche l’automa realizzato da Manzetti di cui vi presentiamo una immagine.

Per gli amanti della lettura segnaliamo anche il racconto scritto dalla giovane Antonella Mecenero “Sherlock Holmes e il mistero dell’uomo meccanico” Delos Book edizioni
Samuel Piana – Landexplorer