La storia di Zohra, 8 anni, uccisa dai suoi datori di lavoro

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Un giorno, mentre stava pulendo la gabbia di due pappagallini, forse inavvertitamente, forse presa dalla voglia di vederli liberi, li ha lasciati volare via, non pensando che il suo gesto le sarebbe stato fatale....

Essere bambini in certi paesi non è facile.
L’infanzia non esiste. Niente gioco, niente svago, niente scuola.
Ancora prima della pubertà si lavora, in miniera, in casa di famiglie ricche, nei campi, nelle fabbriche tessili. Lavori duri, orari massacranti, nessun diritto, solo doveri, per pochi spiccioli al mese, che vanno tutti per aiutare il nucleo di origine.
E questa che sto per raccontare è una delle tante storie di miseria e degrado del nostro mondo moderno.
Zohra aveva 8 anni.
Era nata nel Punjab, a Kot Addu.
Aveva smesso presto di essere felice, di correre con gli altri bambini per strada, di dormire nel suo letto.
Circa 4 mesi fa era stata mandata dai suoi genitori a lavorare presso una ricca famiglia di Rawalpindi, in Pakistan. Avrebbe contribuito col proprio lavoro a sfamare genitori e fratelli.
Era stata assunta con l’incarico di prendersi cura del figlio di 1 anno della coppia, in cambio della promessa di vitto, alloggio, qualche spicciolo e della possibilità di continuare gli studi.
In realtà si era trovata a svolgere i lavori di casa, a cucinare, a pulire ed accudire tutta la famiglia, compresi gli animali domestici.
Un giorno, mentre stava pulendo la gabbia di due pappagallini, forse inavvertitamente, forse presa dalla voglia di vederli liberi, li ha lasciati volare via, non pensando che il suo gesto le sarebbe stato fatale.
Un errore grave per lei.


I suoi datori di lavoro l’hanno picchiata e torturata fino a renderla agonizzante.
Presi dal panico, l’hanno abbandonata nell’ospedale della città, dove è arrivata in gravissime condizioni, accampando mille scuse fra incidenti domestici e improbabili cadute.
I medici hanno tentato di tutto per salvarla, ma le lesioni riportate al viso, alle gambe, sul torace e sulle mani, le sono state fatali. Forse è stata anche stuprata, ma le indagini sono ancora in corso.
Zohra è morta così.
Sola in un letto d’ospedale.
I due coniugi sono stati arrestati; messi alle strette hanno confessato di aver infierito su di lei, nonostante piangesse e urlasse per il dolore.
Per loro la vita di Zohra valeva meno della libertà dei due pappagallini.
Non hanno avuto pietà di lei, della sua giovane età, della sua fragilità.
Colpevoli in questa storia ce ne sono tanti: chi l’ha percossa, chi l’ha venduta come schiava, perché questo era, le istituzioni che non fanno nulla per salvare migliaia di bambini come lei, che ogni giorno svolgono mansioni disumane per pochi spiccioli.
Un po’ di colpa è anche nostra.
Adesso l’opinione pubblica vuole giustizia per Zohra, ma lei non lo saprà mai….

BIBLIOGRAFIA

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