Gli esperimenti sulle malattie infettive nei lager nazisti

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I medici nazisti cercarono, attraverso la sperimentazione su cavie umane, di cui avevano una disponibilità illimitata di “pezzi”,...
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I medici nazisti cercarono, attraverso la sperimentazione su cavie umane, di cui avevano una disponibilità illimitata di “pezzi”, come erano soliti chiamarli, di trovare cure efficaci per alcune malattie che colpivano i soldati durante le battaglie e che in alcuni casi si rivelavano fatali.
Fra queste vi erano ad esempio la dissenteria, la malaria, la tubercolosi e la febbre gialla.
I lager divennero laboratori scientifici veri e proprio.
Ad Auschwitz, ad esempio, furono condotti esperimenti sulla dissenteria da medici come Josef Mengele e Heinz Thilo.
Nel campo di Dachau vennero invece fatti test per trovare un vaccino contro la malaria.


Gli internati venivano infettati con zanzare portatrici della malattia; poi veniva loro somministrato ogni tipo di farmaco per studiarne gli effetti.
Fra tutti coloro che vennero sottoposti a questo trattamento, solo 30 morirono di malaria, 270 perirono a causa delle medicine utilizzate.
Nel campo di Buchenwald si studiarono gli effetti dei vaccini contro la febbre gialla, su richiesta degli alleai Giapponesi, più che altro per testare la capacità lavorativa dei vaccinati dopo la somministrazione del farmaco.
Ma uno dei flagelli più gravi per i soldai al fronte era costituito dalla tubercolosi.
Dachau, Neuengamme e Auschwitz si trasformarono in “laboratori di studio”, dove solerti medici senza scrupoli, fra cui Kurt Heissmeyer, potevano compire ogni tipo di esperimenti grazie alla sponsorizzazione della Bayer.
Nessuno dei risultati ottenuti ebbe un valore significativo, ma in compenso furono centinaia i prigionieri che morirono.
A Neuengamme, Heissmeyer tentò di stimolare una reazione immunitaria inoculando tubercolina, nonostante fosse stato ampiamente dimostrato che tale reazione non era possibile.
Torturò anche 20 bambini provenienti da Auschwitz, facendoli ammalare di tubercolosi e asportando loro le ghiandole linfatiche.
Fra loro vi era anche Sergio De Simone.


Il fallimento dell’esperimento e il volgere negativo della guerra per la Germania, spinsero il medico a prendere la decisione di far impiccare i piccoli nei sotterranei di una scuola di Amburgo.
Rappresentavano un imbarazzane prova del suo operato criminale.
I loro corpi vennero cremati, in modo da non lasciare alcuna traccia. Questo tragico evento viene ricordato come il massacro di Bullenhuser Damm, ma questa è un’altra storia che presto andrò a raccontare….

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