Il piccolo borgo protagonista del dialogo tra religioni
Nonio, piccolo borgo sulla sponda occidentale del lago d’Orta, formato dalle frazioni Oira e Brolo oggetto della scorsa “camminata” , è la nostra tappa odierna. Seguendo la filosofia della passeggiata stando “comodamente seduti in poltrona”, ci accorgiamo subito che si tratta di un piccolo paese a mezza costa con alcune caratteristiche molto interessanti, ottime per una passeggiata pomeridiana. Pochi sanno che tra la fine del 1500 e la prima del 1600 questo piccolo paese è stato il punto d’incontro tra il mondo mussulmano e quello cristiano!

L’immagine sopra riportata, ben descrive lo sviluppo dell’abitato e dei pericoli che ci possono essere nel caso in cui vi sia un incendio che si sviluppi in montagna e scenda verso valle. Purtroppo quanto appena ipotizzato successe realmente nel 1969, quando l’allora sindaco, Santino Ardizzi, morì divorato dalle fiamme di un bruttissimo incendio che stava mettendo a repentaglio l’abitato di Nonio. Per questo atto eroico gli fu concessa la Medaglio d’Oro al valor civile.
Altro importante fatto avvenne durante il periodo della Resistenza. A Nonio, ancora oggi, ci si ricorda della famosa “Battaglia uno contro Cento“. Era il 4 giugno 1944, quando il partigiano Silvestro Curotti (soprannominato Dom) tenne in scacco un intero plotone tedesco asserragliandosi nel circolo della frazione di Oira e solo nelle prime ore della mattina di lunedì 5 giugno verrà estratto dal locale, ormai esangue. L’allora comandante tedesco renderà gli onori delle armi a quel partigiano che da solo seppe fermare i tedeschi permettendo la fuga dei compagni. Al partigiano Dom venne assegnata la Medaglia d’Oro al valor militare e verrà realizzato negli anni sessanta un monumento creato su disegno dello scultore Andrea Cascella, proprio a fianco della chiesa dedicata a san Silvestro.

L’abitato di Nonio nasconde anche una particolarità geologica: il marmo serpentino. Una particolare pietra molto malleabile con cui si costruivano diversi manufatti, tra cui tubi di raro pregio poiché non è facile questo tipo di lavorazione con la pietra, di colore verde scuro che è stato utilizzato per realizzare il famosissimo ambone della basilica di San Giulio all’isola. L’opera “rapisce” ogni anno la fantasia di milioni di turisti per la sua bellezza, eleganza e, non di meno, per la sopraffina tecnica scultorea.

Il piccolo borgo, però, è conosciuto anche per essere stato un punto nodale tra il mondo mussulmano e cristiano grazie alla figura di padre Tommaso Obicini, nato a Nonio il 9 novembre 1585 da Antonio e Caterina. Non si hanno notizie degli anni giovanili fino al 20 settembre 1608, quando fu ordinato sacerdote in San Giovanni in Laterano a Roma. Quattro anni dopo il Capitolo generale dei francescani, indetto a Roma nel giugno del 1612, lo eleggeva alla carica di Vicario del Custode di Terra Santa.
Già dal 1200 i francescani erano presenti in Medio Oriente e nel XIV secolo il Sultano d’Egitto aveva concesso ai frati di stabiliersi sul monte Sion, al Santi Sepolcro e a Betlemme. La situazione era però mutata nel 1500 con il dominio turco e l’arrivo degli Ortodossi di origine ellenica, che erano a tutti gli effetti sudditi dell’impero ottomano. Essi iniziarono a contestare e a usurpare i diritti acquisiti nel tempo dai Francescani.
Padre Obicini, conosciuto in Oriente come fra Tommaso da Novara, trascorse oltre un decennio nelle regioni della Palestina, della Siria, del Libano e dell’Iraq, lasciando nei suoi scritti una preziosa testimonianza non solo delle sue attività ma anche della realtà e delle condizioni di vita delle comunità cristiane che là vivevano.
Padre Obicini, grazie alle sue doti di abile mediatore, seppe creare un positivo e cordiale dialogo con i Caldei, con il sultano Fakhr-ad-Din, il quale riunì il suo emirato di Beirut con la Siria settentrionale le odierne province che costituiscono il Libano, e si rese conto che uno dei più grossi ostacoli alla reciproca comprensione tra Occidente ed oriente sia la conoscenza della lingua araba.

Per questo motivo istituisce un collegio per lo studio delle lingue orientali, che verrà aperto in San pietro in Montorio ed insegnerà l’arabo. Nello stesso periodo si inizierà a realizzare una Bibbia in arabo e Obicini sarà uno dei quattro autori. Nella immagine seguente potete vedere tutte le opere realizzate dal frate francescano.

Nel 1626 la Congregazione dei frati francescani su richiesta dei mercanti di Aleppo, vollero eleggerlo arcivescovo della città, ma Obicini rifiutò poiché non era in buone condizioni di salute. Nella chiesa parrocchiale di San Biagio a Nonio esiste un ritratto, realizzato da un autore ad oggi ancora anonimo dalle considerevoli dimensioni 120×190 cm, del frate appoggiato ad uno scrittoio ed ai suoi piedi la mitria episcopale, chiaro riferimento alla rinuncia fatta alla sede vescovile di Aleppo.

Padre Tommaso Obicini morirà il 7 novembre 1632 a Roma.
Ultima particolarità di questo viaggio è l’affresco presente sempre nella chiesa parrocchiale di Nonio, sottostante un grosso crocifisso ligneo. Durante gli ultimi restauri nati sull’onda della riscoperta della storia di Nonio si può notare in questo affresco una cittadina, cinta da mura, una chiesa ed una sorta di campanile. I restauratori rimasero sorpresi nella scoperta che in cima a questo “campanile” è presente una mezza luna…ovvero è un minareto…e la città raffigurata è Gerusalemme!

Come sempre le cose da dire e da scrivere sarebbero ancora tante…ma…è più bello viverle di persona, quindi è il momento di alzarsi dalla poltrona e venire a Nonio, magari accompagnati da Landexplorer!
Samuel Piana-Landexplorer