Franco Cesana, nome di battaglia “Balilla”, fu il più giovane partigiano caduto in battaglia.
Franco era nato a Mantova il 20 settembre 1931.
Era il più piccolo di tre fratelli. La sua famiglia, di origine ebraica, viveva a Bologna. Quando Benito Mussolini assunse il potere nel 1922, la comunità ebraica di Bologna continuò la propria vita senza problemi. Franco continuò a frequentare le scuole elementari statali, come in precedenza.
Ma quando aveva 7 anni, Mussolini promulgò le leggi razziali contro gli Ebrei, in seguito alle quali Franco venne espulso dalla scuola e cominciò a frequentare una scuola ebraica, improvvisata in tutta fretta nei locali di una sinagoga di Bologna. Come molti altri bambini, Franco con capiva il perché fosse stato costretto a lasciare i suoi compagni e la sua scuola.
Quando nel 1939 morì suo padre, si trasferì con la madre e suo fratello maggiore Lelio a Torino dove cominciò a frequentare la scuola religiosa.
La vita di Franco cambiò nuovamente nel 1943, quando i Tedeschi, dopo l’armistizio, occuparono l’Italia del nord.
Gli Italiani fino a quel momento avevano cercato di proteggere gli Ebrei, ma quando i Tedeschi presero il controllo, la famiglia Cesana fuggì sulle montagne.
Lelio si unì alla brigata partigiana Giustizia e Libertà
Franco, che aveva solo 12 anni, lo imitò, orgoglioso del fatto che così tanti Ebrei combattessero uniti nella Resistenza.
Mentre un giorno era in ricognizione sulle montagne venne ucciso dai Tedeschi, il 14 settembre 1944.
Il suo corpo venne restituito alla madre il giorno del suo tredicesimo compleanno.
Nel 1955, l’allora Presidente della Repubblica Gronchi, lo insignì della Medaglia di Bronzo al Valor Militare:
“Adolescente pieno di slancio e di spirito patriottico, appena tredicenne si arruolava nelle formazioni partigiane della zona, segnalandosi per ardimento e sprezzo del pericolo in missioni di staffetta, ed in numerose azioni di guerra. Nel corso di un rastrellamento, si lanciava con decisione e coraggio contro un reparto avversario che cercava di infiltrarsi nello schieramento, ma colpito a morte cadeva da eroe incitando i compagni a persistere nella lotta.
Picciniera di Gombola, 14 settembre 1944″.
