Maria Luisa Alessi nacque a Falicetto, in provincia di Cuneo, il 17 maggio 1911.
Era un’impiegata.
Nel 1935 si iscrisse al Partito Comunista e divenne un’antifascista convinta.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre iniziò a partecipare attivamente alla Resistenza.
Iniziò come staffetta della 181a Brigata Morbiducci, che operava in val Varaita, e successivamente partecipò a numerose pericolose missioni.
Probabilmente in seguito ad una soffiata, venne arrestata l’8 novembre del 1944 dai militi della 5˄ Brigata Nera Lidonnici.
A tradirla fu probabilmente una donna che voleva vendicarsi con i partigiani che le avevano ucciso il figlio.
In un primo momento venne condotta nelle scuole di Cuneo, dove venivano torturati i prigionieri politici.
Successivamente fu trasferita nei sotterranei di un palazzo di Corso IV Novembre.
Il 24 novembre in città venne ucciso il maggiore fascista Barnabè.
Per vendicarsi dell’accaduto i militi della RSI decisero di scegliere cinque detenuti politici da giustiziare in pubblica piazza, come esempio per tutta la popolazione.
Presero Attilio Tramontano, Rocco Repice, Ettore Garelli, Pietro Fantoni e anche lei, Maria Luisa Alessi.
Nonostante le traversie patite durante la detenzione, Maria Luisa nel momento dell’esecuzione si dimostrò serena e fiera.
Verso le 12 del 26 novembre, nel piazzale della stazione di Cuneo, si svolse l’esecuzione dei 5 partigiani.
Tutti i treni furono fermati e la gente presente in zona fu costretta ad assistere all’esecuzione.
Maria Luisa non volle essere bendata, affrontando la morte a testa alta.
Nella sua ultima lettera alla famiglia, scrisse: “…mi trovo a Cuneo nelle scuole, sto bene e sono tranquilla. Prego solo non fare tante chiacchiere sul mio conto e di allontanare da voi certe donne alle quali io devo la carcerazione. Solo questa sicurezza mi può fare contenta, e sopra tutto rassegnata alla mia sorte. Anche voi non preoccupatevi, io so essere forte. Tante affettuosità”.
Morì per la nostra liberà…
