La strage di San Valentino

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Chi va alla porta si trova davanti 5 uomini travestiti da poliziotti. Li fa entrare, non sospetta una trappola. Nel garage sono presenti 7 uomini armati. Credendo in una retata, si lasciano disarmare. Pochi istanti e sono sul pavimento crivellati da decine di colpi di mitragliatore...

Chicago, 14 febbraio 1929, san Valentino.
Un giorno come tanti degli anni del proibizionismo. Chicago si sveglia senza Al Capone, che si trova a Miami in seguito alla convocazione di un giudice federale che lo vuole interrogare. Un alibi perfetto, se fosse necessario…
George “Bugs” Moran, rivale di Capone nella lotta al controllo del mercato degli alcolici in città, sta per avere una brutta sorpresa. Ma ancora non lo sa.
Sam Giancana, autista e luogotenente di Capone, con al seguito 4 uomini fidati, si presenta in un garage al 2122 di North Clark Street, dove si trovano alcuni uomini di Moran. Bussano.
Chi va alla porta si trova davanti 5 uomini travestiti da poliziotti. Li fa entrare, non sospetta una trappola. Nel garage sono presenti 7 uomini armati. Credendo in una retata, si lasciano disarmare. Pochi istanti e sono sul pavimento crivellati da decine di colpi di mitragliatore. I resoconti dell’epoca parlano di circa 50 proiettili per ciascuna vittima….
Il massacro è compiuto. I finti poliziotti se ne vanno.
Poco dopo arriva la polizia, quella vera. Uno degli agenti si accorge che qualcuno respira ancora. Un miracolo, oppure una errore degli assassini.
È Frank Gusenberg, ferito gravemente, coperto di sangue. L’agente si avvicina, gli chiede chi è stato. Gusenberg, con un filo di voce, risponde: “nessuno mi ha sparato”. Tre ore dopo muore in ospedale, senza aggiungere altro.
Chi può essere il colpevole? Si pensa subito ad Al Capone, ma al momento del plurimo omicidio si trova a Miami. E poi i testimoni parlano di 5 uomini in divisa da agenti sul luogo dell’agguato, poco prima che avvenga. Si fa largo l’ipotesi di un’esecuzione di poliziotti corrotti che hanno agito per eliminare qualcuno sa troppo.
Ci vorranno 40 anni e le parole di Alvin Karpis, un vecchio gangster, per far luce sui fatti del garage al 2122 di North Clark Street.


Quel giorno sono morti 7 uomini: Peter Gusenberg, Frank Gusenberg, Adam Heyer, Albert Kachellek, Reinhardt Schwimmer, Albert Weinshank e John May. In realtà con loro c’è un’altra persona, che riesce a scappare e a sparire per sempre. È George “Bugs” Moran, che capisce che ormai Chicago non è più una città sicura per lui.
Eliminato il suo rivale, dal 14 febbraio 1929, Al Capone diventa il padrone indiscusso di Chicago per molti anni.
Nel settembre del 1967, tre mesi dopo l’uscita del film Il massacro del giorno di San Valentino, il garage viene abbattuto per lasciare posto ad un parcheggio.
Al Capone, dopo aver scontato un pena di 6 anni per frode fiscale, muore il 25 gennaio 1947, colpito da ictus e da una complicazione polmonare, nella sua villa di Miami, a soli 48 anni. Accanto a lui la moglie Mae, paziente e silenziosa compagna di una vita che ispirerà il cinema americano per molti anni.
Quella di San Valentino resta uno dei più cruenti regolamenti di conti della storia della malavita americana, ancora senza un vero colpevole.

BIBLIOGRAFIA

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