Nella notte del 29 dicembre 2020 Agitu Ideo Guideta è stata brutalmente aggredita e uccisa a martellate.
Agitu era un simbolo, di integrazione, di indipendenza, di forza, di volontà, quella ferrea di una donna che ha saputo ricominciare, fra mille difficoltà, per realizzare il suo sogno: quello di creare un’azienda ecosostenibile, vivendo nella natura, e dando vita ad un allevamento di capre pezzate mochene e camosciate delle alpi.
Agitu era una donna coraggiosa.
Aveva studiato in Italia, poi era rientrata nel suo paese, perché credeva di poter fare qualcosa per la sua gente. Con altri attivisti, si batteva contro il land grabbing. Accusata di cospirazione, scampata alla morte e alla prigione, Agitu era tornata in Italia, fuggendo una notte.
Dai pastori, a fianco dei quali lottava, ha imparato quanto le era stato necessario per iniziare, nella Valle dei Mòcheni, la sua attività nel 2010.
Il Maso Villata, a Frassilongo, in Trentino, circondato da 11 ettari di pascolo incontaminato era il cuore della sua azienda agricola, La Capra Felice.
Agitu aveva iniziato con 15 capre, che col passare del tempo sono diventate 180.
Latte, yogurt, formaggi, ortaggi biologici e perfino cosmetici. Il marchio La Capra Felice aveva cominciato a farsi conoscere in tutta la regione.
Negli anni i problemi non sono mancati, fino a culminare in una aggressione a sfondo razziale da parte di un vicino.
Ma Agitu ha sempre lottato, fino alla notte del 29 dicembre.
Dopo un diverbio, Agitu è stata aggredita nella sua casa, da uno dei suoi collaboratori. Tre martellate alla testa , una violenza inaudita su una donna indifesa.
I carabinieri hanno trovato l’uomo, reo confesso, nascosto nella stalla, mentre l’arma del delitto era dietro un calorifero.
È finita così l’avventura di questa donna, tenace e sognatrice.
Di lei vorrei ricordare il suo radioso sorriso e l’immensa serenità che trasmetteva.
Grazie ad Agitu e alle Capre Felici.
