Modesta era moglie e mamma, ma anche partigiana.
Era nata a San Martino d’Ambra in provincia di Arezzo, il 5 maggio 1914.
I suoi genitori, Matteo e Rosa Nocenti, erano brave persone, grandi lavoratori.
Per aiutarli a mantenere la famiglia faceva la sarta in casa.
Quando era diventata abbastanza grande si era trasferita a Genova dai suoi fratelli, per specializzarsi nel mestiere.
Tornata a casa, aveva conosciuto Dario Polletti, che sposò nel 1935. Andarono a vivere a Solaia di Monte San Savino.
L’anno successivo era nato Giovanni, poi Mario, Silvano, Gualtiero e Gloriano. Una vita semplice, piena d’amore.

Nel 1943 Dario si era unito ai partigiani della Banda Renzino.
Voleva combattere per liberare il suo paese dai nazifascisti, per la sua famiglia.
Ben presto aveva coinvolto anche Modesta, che non solo faceva di tutto per proteggere il marito, ma divenne anche staffetta della banda. Di lei Dario diceva: “Era la nostra madrina, cuoca, animatrice, staffetta, portatrice di armi e sorrisi”.
Nel giugno del 1944, dopo la battaglia di Montaltuzzo, Modesta con la cognata Assunta, si impegnò per ristabilire i contatti tra i vari gruppi partigiani che si erano dispersi.
Nonostante il serrato pattugliamento che era in atto in zona, le due donne camminarono per ore al buio, per riuscire a raggiungere i capanni dove i partigiani si erano rifugiati.
Volevano mettere nuovamente insieme il gruppo per continuare la resistenza.
Il 29 giugno alcuni fascisti scoprirono il ruolo di Modesta accanto al marito nella Resistenza.
Entrarono a casa sua dove era con i figli.

La arrestarono durante un’azione di rastrellamento.
Volevano avere da lei informazioni sul marito e sugli uomini che con lui combattevano.
Modesta non parlò.
Fu legata ad una sedia con in braccio il figlio più piccolo di 13 mesi. Quando si rifiutò di parlare nuovamente uno dei soldati pugnalò il piccolo stretto al suo petto.
Modesta lo guardò impotente mentre moriva e poco dopo tocco a lei.
Fu uccisa a pugnalate e abbandonata insieme ad altre 4 persone in una capanna che poi fu data alle fiamme.
Modesta stringeva ancora al petto il suo piccolo.
Gli altri figli assistettero alla sua fine.
Una volta terminato il conflitto mondiale le fu conferita la medaglia d’oro al Valor Militare.
Modesta Rossi rappresenta un altro esempio di grande coraggio delle donne della Resistenza.
Per proteggere gli ideali di libertà per i quali combatteva sacrificò la sua vita stringendo al petto il suo bambino.