L’odio cammina per le strade d’Europa

Tempo di lettura: 2 minuti

Trai nella precarietà dell’esistenza,
in quella sua tiepida carezza
di consapevolezza vitale,
come l’odio trovi nell’umana natura
marciume da ardere,
nutrirsi e divampare negli animi assopiti;
nei cuori spenti al disincanto della quiete,
sulle bocche violente che s’abissano nel fango, nuovamente…
O grazia divina…
Che inietti terrore alle masse distese e nostalgiche di passati migliori…
Che tremano dinanzi al vuoto che la libertà impone,
perché col proprio buio
e soli con se stessi
si avvertono le vertigini ed il panico della ragione;
la morsa gelata dell’introspezione che smarrisce e condanna…
Il nulla viscerale che divora l’uomo!
O quiete tu che or fai vibrar i larici ingialliti ai confini dei monti nevosi,
in fruste furiose di rami,
risvegli i Poeti perduti al fischio amaro di ancestrali presagi,
e allerta come arcieri
essi il guardo tendon a quei venti mutati;
oh sì in essi infondo, dopo tutto questo tempo
ancor Orfeo dimora!
E protrae coraggio!
Mentre si diffondono come ratti malati in ogni luogo,
i razzismo ed il nazismo, resuscitati da quella fogna primitiva dell’ignoranza,
mascherata da croci legnose e fedi lontane;
avanzano in legioni di disperati
nonostante gli schiaffi materni
che la storia impone circolarmente!
Schiaffi regolari che non hanno insegnato niente.
Schiaffi come lumi di senno che tendon già ad eclissarsi.
Nuovamente.
Schiaffi che ancor, non hanno cambiato l’uomo!
Schiaffi dinanzi a quell’orrore.
Schiaffi dinanzi alla morte.
E mentre quei demoni riemergono.
Fischiano i larici come pazzi
alle porte del cielo,
ove i Poeti di notte s’accendono
e accorrono a quella melodia.
Come bestie antiche ad un arcaico richiamo.

BIBLIOGRAFIA

CONDIVIDI

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su linkedin
Condividi su pinterest
Condividi su whatsapp
Condividi su email

COMMENTI

ARTICOLI CORRELATI

Le nostres storie direttamente nella tua mailbox