La rivoluzione per gli indiani americani

Tempo di lettura: 14 minuti

Il discorso che viene proposto, contratto per ragioni di spazio, risale al luglio 1980 e perciò maturato in un contesto storico da guerra fredda, nel quale il Movimento degli Indiani Americani (AIM) da lui fondato subiva pericolosamente il fascino di formazioni guerrigliere antimperialiste e antiamericane come i ribelli sandinisti nicaraguensi....

Recentemente ho riletto un vecchio discorso del leader Sioux Lakota Russell Means. Attivista, attore (L’ultimo dei Mohicani), scrittore e filosofo, Russell Means ha incarnato più di ogni altro la corrente tradizionalista degli indiani americani nel secolo scorso. Egli dedicò la propria vita alla difesa dei diritti dei nativi d’America. Il discorso che viene proposto, contratto per ragioni di spazio, risale al luglio 1980 e perciò maturato in un contesto storico da guerra fredda, nel quale il Movimento degli Indiani Americani (AIM)  da lui fondato subiva pericolosamente il fascino di formazioni guerrigliere antimperialiste e antiamericane come i ribelli sandinisti nicaraguensi. Si tratta di un vero manifesto culturale diretto allora alla propria gente ed al futuro del mondo, ma in grado di generare ancora oggi  importanti spunti di riflessione. Un terza via per l’America e per il mondo intero, specialmente in difficili momenti di crisi mondiale come quello attuale.  

RUSSELL MEANS: “Quando parlo di pensiero europeo occidentale, sia esso capitalista che marxista, mi riferisco al processo mentale che cominciò quando Newton rivoluzionò la fisica e le cosiddette scienze naturali riducendo l’universo fisico a un’equazione matematica lineare. Cartesio fece la stessa cosa con la cultura. John Locke con la politica e Adam Smith con l’economia. Ognuno di questi intellettuali prese un pezzo della spiritualità dell’esistenza umana e lo convertì in un codice, in un’astrazione. Loro cominciarono lì dove la cristianità ebbe fine: secolarizzarono la religione cristiana, come amano dire gli ‘accademici’ e facendo così resero l’Europa più capace e pronta ad agire come cultura espansionistica. Ognuna di queste rivoluzioni intellettuali servì ad astrarre la mentalità europea ancor di più, a rimuovere la meravigliosa complessità e la spiritualità dall’universo sostituendole con una sequenza logica: uno, due, tre, domanda! E’ proprio questo ciò che è diventato il termine efficienza nella mente occidentale: qualunque cosa meccanica è perfetta; qualunque cosa sembri funzionare al momento – quanto significa considerare il modello meccanico quello corretto – è considerato giusto, anche quando è evidentemente falso. Questa è la ragione per cui ‘la verità’ cambia così velocemente nella mentalità occidentale; le risposte che risultano da tale processo sono solo risorse transitorie, temporali e debbono essere continuamente scartate per favorire nuove risorse temporali che sostengano il modello meccanico mantenendolo (il modello) in vita. Hegel e Marx furono eredi del pensiero di Newton, Cartesio, Locke e Smith. Hegel portò a termine il processo di secolarizzazione della teologia (per dirla con le sue stesse parole). Secolarizzò il pensiero religioso attraverso cui Europa concepiva l’universo. Poi Marx mise la filosofia di Hegel in termini di ‘materialismo’, e ciò significa che Marx de-spiritualizzò tutto il lavoro di Hegel (secondo la stessa definizione di Marx): e questo è ora visto come il potenziale rivoluzionario d’Europa. Gli europei potranno considerare il marxismo rivoluzionario, ma per gli indiani americani è semplicemente la ripetizione dello stesso vecchio conflitto europeo tra essere e avere.Essere è una proposizione spirituale. Avere è un atto materiale. Tradizionalmente gli indiani americani tentano di essere le migliori persone possibili. Parte del processo spirituale fu ed è donare la propria ricchezza, condividerla, scartare i beni materiali per non accumularli, per non guadagnare o ottenere il superfluo a discapito degli altri. Per la nostra gente tradizionale crescere materialmente è un indicatore di uno stato falso dell’essere, invece per l’uomo europeo, capitalista o marxista è ‘la prova che il sistema funziona’. Ma soffermiamoci sulle principali implicazioni di questa forma di pensare; non è soltanto una discussione intellettuale.

La tradizione materialista europea di de-spiritualizzazione dell’universo è molto simile al processo mentale di disumanizzare una persona. E chi è più esperto nell’arte di disumanizzare altre persone? E perché? I soldati che hanno visto molte battaglie imparano a fare questo con i loro nemici prima di ritornare a combattere. Gli assassini lo fanno prima di uccidere. Le guardie naziste delle SS lo facevano con i prigionieri dei campi di concentramento. La polizia lo fa. I capi delle corporazioni lo fanno con i lavoratori che mandano nelle miniere di uranio o nelle acciaierie. I politici lo fanno con tutti. Ciò che accomuna tutti i gruppi che disumanizzano è il far apparire accettabile e normale uccidere o distruggere altre persone. Uno dei comandamenti cristiani dice ‘non devi uccidere’, almeno non altri esseri umani, quindi l’imbroglio consiste nel convertire mentalmente le vittime in esseri non umani. Allora puoi proclamare la violazione dei tuoi propri comandamenti come fosse una virtù. Il processo mentale della de-spiritualizzazione dell’universo funziona in modo tale da far diventare virtuoso distruggere il pianeta. Nel processo di disumanizzazione, termini quali ‘progresso’ e ‘sviluppo’ sono usati come parole di copertura, così come ‘vittoria’ e ‘libertà’ sono usati per giustificare stragi, carneficine. Per esempio, uno speculatore immobiliare può dire ‘sviluppiamo’ una parte di terreno aprendo una cava di ghiaia; sviluppo qui significa una distruzione totale e permanente della montagna. Ma nella logica occidentale è stata guadagnata qualche tonnellata di ghiaia con cui più terreni potranno essere sviluppati attraverso la costruzione di basi stradali. Infine, l’intero universo è aperto – secondo il modo del pensiero occidentale – a questo tipo di follia. Qui probabilmente il punto più importante è il fatto che il pensiero dominante occidentale non avverte alcun sentimento di perdita facendo questo. Dopotutto i filosofi occidentali hanno de-spiritualizzato la realtà, quindi per loro non c’è soddisfazione semplicemente nell’osservare la meraviglia di una montagna o di un lago o dell’essere persone, popoli. No, la soddisfazione è misurata in termini di ottenimento materiale. Quindi la montagna diventa ghiaia, il lago un liquido refrigerante per l’industria; e la gente si raduna per subire un processo di indottrinamento nelle fabbriche che gli occidentali amano chiamare scuole.

Ma ogni nuovo pezzo di quel ‘progresso’ è un gioco d’azzardo per il mondo reale. Prendiamo ad esempio i combustibili fossili per l’industria delle macchine. Poco più di due secoli fa praticamente tutti usavano come combustibile la legna per i vari bisogni umani, per cucinare, per riscaldarsi. Nello stesso periodo arrivò la rivoluzione industriale e il carbone diventò il carburante principale mentre la produzione diventava l’imperativo sociale per l’Europa. La contaminazione iniziò a diventare un problema nelle città e per approvvigionarsi di carbone la terra iniziò ad essere lacerata, squarciata ovunque si fosse accumulato, ovunque si fosse concentrata una grande quantità di legna senza provocare danni all’ambiente. Dopo, quando la tecnologia di produzione fu perfezionata attraverso una serie di rivoluzioni scientifiche, il petrolio diventò il carburante principale. La contaminazione aumentò drammaticamente e nessuno ancora sa quale sarà veramente il costo ambientale di pompare tutto quel petrolio dalla terra a lungo termine. E ora c’è una ‘crisi energetica’ e l’uranio sta diventando il combustibile principale. Almeno i capitalisti punteranno sullo sviluppo dell’uranio come carburante soltanto sempre e quando possano avere buoni profitti. Questa è la loro etica. I marxisti, invece, voglio sviluppare velocemente questo tipo di carburante semplicemente perché tra quelli disponibili è il più efficiente. Questa è la loro etica. E io non riesco a vedere quale delle due è preferibile. Come ho detto, il marxismo è lo schiaffo destro della tradizione europea occidentale. E’ la stessa vecchia canzone.

A questo punto, ho bisogno di fermarmi e domandare a me stesso se sono troppo duro, troppo severo. Il marxismo ha un po’ di storia. Questa storia conferma le mie osservazioni? Io analizzo il processo di industrializzazione dell’Unione Sovietica fin dal 1920 e vedo che questi marxisti hanno fatto ciò che la Rivoluzione Industriale Inglese ci mise 300 anni a realizzare; i marxisti lo fecero in 60. Vedo che il territorio dell’Unione Sovietica conteneva un discreto numero di popoli tribali che sono stati stritolati, distrutti per aprire il cammino alle industrie. I sovietici si riferiscono a questo ‘fenomeno’ chiamandolo ”La Questione Nazionale”: la questione se i popoli tribali avevano il diritto o no di esistere come popoli; e loro decisero che i popoli tribali erano un sacrificio accettabile per i bisogni industriali. Osservo la Cina e vedo la stessa cosa. Osservo il Vietnam e vedo i marxisti imporre un ordine industriale sradicando, distruggendo i popoli indigeni delle montagne. Sento famosi uomini di scienza sovietici affermare che quando l’uranio si sarà esaurito, troveremo delle alternative. Vedo i vietnamiti farsi carico di una centrale nucleare abbandonata dai militari statunitensi. L’hanno smantellata e distrutta? No, la stanno usando. Vedo la Cina far esplodere bombe atomiche, sviluppando reattori a base di uranio e preparando programmi spaziali con l’obiettivo di colonizzare, sfruttare i pianeti così come gli europei hanno colonizzato e sfruttato questo emisfero (il continente americano). E’ la stessa vecchia canzone, ma forse con tempi più rapidi questa volta.

C’è un’altra via. C’è la via tradizionale Lakota e le vie dei popoli indios d’America. E’ la via che sa che gli umani non hanno il diritto di degradare la nostra madre terra, che sa che ci sono forze aldilà di quelle che il pensiero europeo concepisce; che sa che gli umani devono essere in armonia in tutte le relazioni o che altrimenti le relazioni prima o poi elimineranno la disarmonia. Gli umani sono le creature più deboli, così deboli che altre creature sono disposte a dare la propria carne per farci sopravvivere. Gli umani sono capaci di sopravvivere soltanto attraverso l’esercizio della propria razionalità poiché non hanno le capacità di altre creature di guadagnarsi il cibo con le zanne e gli artigli. Ma la ‘razionalità’ è una maledizione poiché può provare che gli umani dimenticano l’ordine naturale delle cose, diversamente dalle altre creature. Un lupo non scorda mai il suo posto nell’ordine naturale. I popoli nativi americani possono farlo talvolta. Gli europei lo fanno quasi sempre. Noi preghiamo ringraziando i cervi, per permetterci di usare e mangiare la loro carne; gli occidentali semplicemente prendono per scontata la sua carne e considerano il cervo un essere inferiore. Dopotutto, i bianchi si considerano pari agli dei nel loro razionalismo e nella loro scienza. Dio è l’essere supremo; tutto il resto deve essere inferiore.

Tutta la tradizione occidentale, includendo il marxismo, ha cospirato per sfidare l’ordine naturale di tutte le cose.La madre terra è maltrattata, violentata. C’è un enorme abuso di potere e questo non può continuare per sempre. Nessuna teoria può alterare questo semplice fatto. La Madre Terra si rivarrà, l’intero ambiente reagirà, e i maltrattatori e l’abuso saranno eliminati. I fatti chiuderanno il ciclo, per ripartire. Quella è la rivoluzione. E quella è la profezia della mia gente, del Popolo Hopi e di tutta la gente giusta. Gli indiani americani hanno cercato di spiegare questo agli europei per vari secoli. Ma, come ho detto prima, l’occidente ha dato prova di essere incapace di ascoltare. L’ordine naturale vincerà e i colpevoli criminali scompariranno, così come i cervi muoiono quando offendono l’armonia sovrappopolando un territorio. E’ soltanto una questione di tempo fino a quando ciò che gli occidentali chiamano ‘una catastrofe maggiore di proporzioni globali’ avrà luogo.Ed il ruolo dei popoli indiani del continente americano ed il ruolo di tutti gli esseri naturali, è quello di sopravvivere. Una parte della nostra sopravvivenza sta nel resistere. E resistiamo non per rovesciare un governo o per prendere il potere, ma perché è naturale resistere allo sterminio e sopravvivere. I popoli americani sono ancora in contatto con queste realtà, le profezie, le tradizioni dei nostri antenati. Noi impariamo dai nostri vecchi, dalla natura, dalle forze dell’energia. E quando la catastrofe sarà finita, noi, i popoli originari di questo emisfero, saremo ancora qui per abitarlo. Non mi importa se saranno pochi e vivranno su nelle Ande. I popoli nativi americani sopravvivranno e l’armonia sarà ristabilita. Quella è rivoluzione.

A questo punto, forse dovrei essere molto chiaro sul fatto che quando uso i termini ‘europeo, occidentale, capitalista, marxista’, non mi riferisco a un colore di pelle o a una particolare struttura genetica. Mi riferisco a una mentalità, a una visione del mondo che è il risultato dello sviluppo della cultura europea. La gente non è geneticamente codificata per mantenere questa mentalità, la gente è acculturata, indottrinata ad abbracciarla. Lo stesso vale per gli Indiani di America e i membri di qualunque cultura. E’ possibile per un indio americano condividere i valori occidentali, cioè avere una visione del mondo occidentale. Noi abbiamo una definizione per queste persone; noi li chiamiamo ”mele”, rosse fuori (genetica) bianche dentro (i loro valori). Altri gruppi hanno termini simili: i neri hanno i loro ”oreos’ (nome del biscotto); gli ispanici hanno ”cocco’ e così di seguito. E, come ho detto prima, ci sono eccezioni alla norma anche tra i bianchi, tra gli europei: gente che è bianca all’esterno, ma non bianca all’interno. Non sono sicuro su quale termine dovrei usare per loro oltre a ”esseri umani”. I Comunisti vietnamiti non sono esattamente ciò che uno potrebbe considerare geneticamente caucasico, ma ora loro stanno agendo, funzionando, con menti europee. Lo stesso è vero per i cinesi comunisti, per i giapponesi capitalisti, per i cattolici Bantù o per Peter ”MacDollar” nella riserva Najavo o per Dickie Wilson a Pine Ridge. Qui non c’entra il razzismo, ma la consapevolezza della mentalità e dello spirito che costituiscono una cultura.

Io mi fido della comunità e della visione culturale di tutte le razze che naturalmente resistono contro l’industrializzazione e l’estinzione umana. Logicamente, individui ‘bianchi’ possono condividere questa posizione soltanto se hanno raggiunto la consapevolezza che la continuazione degli imperativi industriali dell’Occidente non rappresentano una visione sul futuro, ma un suicidio delle specie. Bianco è uno dei colori sacri del popolo Lakota: rosso, giallo, bianco e nero. Le quattro direzioni. Le quattro stagioni. I quattro periodi della vita e del processo dell’invecchiamento. Le quattro razze umane. Mescola il rosso, il giallo, il bianco e il nero insieme e hai il marrone, il colore della quinta razza. Questo è l’ordine naturale delle cose. Quindi mi sembra naturale lavorare con tutte le razze, ognuna con il suo senso, identità e messaggio particolari.”

BIBLIOGRAFIA

Tratti del discorso di  Russell Means, tenuto nel luglio 1980 al “Black Hills International Revival Gathering” – Black Hills – South Dakota.

Approfondimenti:

https://viaggiatoricheignorano.blogspot.com/2017/05/il-cerchio-sacro-e-la-spiritualita-dei.html

https://viaggiatoricheignorano.blogspot.com/2018/11/chi-ha-ucciso-anna-mae.html

CONDIVIDI

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su linkedin
Condividi su pinterest
Condividi su whatsapp
Condividi su email

COMMENTI

ARTICOLI CORRELATI

Le nostres storie direttamente nella tua mailbox