Clorinda Menguzzato nacque a Castello Tesino in provincia di Trento il 15 ottobre 1924. Era una ragazza giovane, con un bel viso angelico e pulito, con gli occhi pieni di vita e soprattutto con grande Coraggio.
Clorinda era una brava ragazza, ma non le bastava fare il suo lavoro durante la guerra. Decise di entrare a far parte della Resistenza luglio del 1944, Seguendo l’esempio di suo fratello che era un partigiano, diventando una staffetta. Contribuì a mantenere i collegamenti tra i vari gruppi di partigiani operanti sul territorio. Il suo primo nome di battaglia fu garibaldina, poi le venne cambiato in veglia.
Entrò a far parte del Battaglione Gherlenda della Brigata bellunese Garibaldi “Antonio Gramsci”, che operava in Trentino.

Ma la sua esperienza nella Resistenza purtroppo durò poco.
L’8 ottobre venne catturata da una pattuglia di sicurezza, mentre stava cercando di mettersi in salvo, insieme ad un altro partigiano, Gastone Velo, detto Nazzari.
I due giovani furono catturati in località Zuna, dove i Menguzzato avevano una casa di campagna.
L’operazione di rastrellamento fu organizzata dopo che i combattenti della “Gherlenda” conquistarono la caserma di Castel Tesino, catturando 55 militi fascisti ed alcuni ufficiali tedeschi. Questa azione ebbe vasta risonanza, tanto da essere segnalata da Radio Londra nel bollettino del CLN e da indurre le truppe tedesche ad intervenire, per riparare l’affronto subito.
Il 9 ottobre tutto Castello Tesino fu circondato da circa 500 soldati del CST.
Purtroppo il destino peggiore toccò proprio a Clorinda.
Venne stuprata più volte dai nazisti, azzannata dai loro cani e torturata dal capitano delle SS Karl Julius Hegenbart.
Il suo scopo era quello di ottenere l’esatta ubicazione delle basi della guerriglia dei suoi compagni di resistenza.
Clorinda, stremata e sofferente, non parlò mai.
Era solo ragazzina, ma aveva il coraggio di una donna della Resistenza.
Si disse che, ormai ridotta a una maschera di sofferenza, avesse risposto ai suoi aguzzini: «Quando non potrò più sopportare le vostre torture, mi mozzerò la lingua pur di non parlare».
Venne fucilata il 10 ottobre.
Le venne stata conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Ho ancora molte storie come quella di Clorinda da raccontare, perché sono davvero tante le donne che hanno sacrificato la vita in nome della Libertà durante la Seconda Guerra Mondiale.
Mi piacerebbe poterle ricordare tutte, perché la loro morte non venga dimenticata.