Raccoglitore di caucciù (seringueiro), fu Segretario generale del Sindacato dei lavoratori rurali di Brasiléia (Sindicato dos Trabalhadores Rurais) dal 1975 e promotore della nascita del sindacato a Xapuri (1976). Legò il proprio nome alla lotta contro il disboscamento della foresta amazzonica, condotta dai contadini con metodi assembleari e utilizzando con successo la pratica dell’empate (“impedimento, stallo”).
Mendes cercò di formare un’unione dei seringueiros portandoli a battersi contro la devastazione e per creare aree protette, “riserve estrattive” gestite da comunità locali.

Seppe unire contadini, indios, sindacalisti, preti e politici attorno a un’idea rivoluzionaria di foresta: un luogo senza padroni, in cui alberi e uomini possano vivere e crescere insieme, gli uni custodi degli altri.
Nel 1978 fu eletto vice presidente del consiglio comunale a Xapuri (l’anno seguente divenne presidente). Fu pubblicamente minacciato dai possidenti della zona. Iniziarono le repressioni violente degli empates e le carcerazioni extragiudiziali di centinaia di contadini per tutto il decennio successivo; nello stesso anno anche Chico Mendes fu arrestato e torturato. Il sindacato dei lavoratori rurali conobbe però una forte espansione diventando il maggiore dello Stato di Acre. Dal 1979 con Lula, Josè Ibrahim e altri partecipò alle assemblee che porteranno alla nascita nel 1980 del Partido dos Trabalhadores (PT, Partito dei Lavoratori), un organismo che darà appoggio politico alle rivendicazioni della CUT, la federazione sindacale generale di cui faceva parte il sindacato dei lavoratori rurali.

Nello stesso anno fu arrestato e processato per l’omicidio di Wilson Pinheiro, leader sindacale di un’organizzazione avversaria, ma il processo rivelò la montatura dell’accusa, per la quale furono invece condannati 40 possidenti di Xapuri. Nei tre anni seguenti affronterà altri due processi per istigazione alla violenza, essendo in entrambi prosciolto per insufficienza di prove. Dal 1981, Mendes fu segretario della CUT a Xapuri, carica che manterrà fino alla morte pur continuando l’attività politica nel PT.
Il 22 dicembre 1988 muore assassinato da due rancheros.
Nel dicembre del 1990, Darly Alves da Silva, proprietario terriero e allevatore di castori arrosto, con il quale Chico si era scontrato più volte per l’ottenimento del titolo di “reservas extractivistas” per la sua regione, ricevette una condanna a 19 anni di prigione per essere stato il mandante dell’omicidio; suo figlio, Darci, ricevette la stessa condanna per esserne stato l’esecutore materiale.
L’entusiasmo iniziale fu molto, sia a livello internazionale che regionale, ma non appena i media spostarono i loro riflettori, gli omicidi continuarono. Dagli ultimi anni Settanta, delle centinaia di omicidi di capi sindacali che protestavano per i diritti della terra, l’unico per cui si investigò e che portò ad una condanna fu quello di Chico Mendes. La condanna a Darly Alves da Silva fu annullata nel febbraio del 1992 a Rio Branco dalla corte d’appello statale.
Fabio Casalini