Ebru Timtik è morta dopo 238 giorni di sciopero della fame.
Il suo fisico non ha retto alle privazioni di questi mesi.
Ebru era un’avvocatessa turca, attivista per i diritti umani, impegnata nella lotta alla difesa degli oppositori di Erdogan.
Era stata arrestata con l’accusa di terrorismo, insieme ad altri colleghi dell’Associazione degli avvocati progressisti che come lei hanno provato ad opporsi a quanto sta avvenendo in Turchia.
Nei mesi scorsi altri si sono battuti per le stesse motivazioni e hanno perso la vita, piegati dall’indifferenza e dal silenzio del loro paese e del mondo.
Ebru chiedeva per sé e per gli altri detenuti un processo equo, la possibilità di difendersi davanti a un tribunale giusto.
Il 14 agosto 2020 le sue condizioni di salute e quelle del collega Aytaç Ünsal, si sono aggravate.

Ma il tribunale ha respinto la loro richiesta di scarcerazione per motivi precauzionali.
Prima di Ebru sono morti di protesta Helin Bölek, Ibrahim Gökçek e Mustafa Kocak, membri del gruppo musicale Grup Yorum, famoso in tutto il mondo per la sua musica e per i messaggi che lanciava attraverso le canzoni.

Giovani vite spezzate, sogni infranti contro il muro di silenzio e finta indignazione che si è creato attorno al regime di morte e repressione creato da Erdogan.

Nel 2020 si lotta ancora per ottenere il diritto basilare alla libertà di opinione. Si muore di protesta, senza fare notizia.
Si muore nel silenzio.
Proviamo noi a ricordare questi moderni eroi e a dare loro uno spazio nella storia, a dargli voce.
Proviamo a ricordarli com’erano…