La strage nazista di Castiglione di Sicilia

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L’eccidio di Castiglione di Sicilia, in provincia di Catania, fu la seconda strage nazista in Italia. Castiglione di Sicilia era un piccolo paese di circa 1000 abitanti, alle pendici dell’Etna. Sedici morti, venti feriti, trecento prigionieri… troppo per un paese così piccolo...
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L’eccidio di Castiglione di Sicilia, in provincia di Catania, fu la seconda strage nazista in Italia.
Castiglione di Sicilia era un piccolo paese di circa 1000 abitanti, alle pendici dell’Etna. Sedici morti, venti feriti, trecento prigionieri… troppo per un paese così piccolo.
Era l’alba del 12 agosto 1943.
Le truppe tedesche erano in ritirata dopo lo sbarco degli alleati in Sicilia.
40 soldati attraversavano il paese preceduti da un carro armato quando, cominciarono ad aprire il fuoco sulla popolazione che li guardava sfilare. Era una rappresaglia decisa perché alcuni giorni prima qualcuno del paese aveva ucciso 5 soldati tedeschi che giravano per le campagne distruggendo e seminando il terrore.
Sul selciato rimasero 16 persone: Nicolò Camardi, Francesco Cannavò, Giuseppe Carciopolo, Antonino Calano, Nunzio Costanzo, Giovanni Grifò, Giovanni D’Amico, Francesco Di Francesco, Salvatore Di Francesco, Giuseppe Ferlito, Vincenzo Nastasi, Salvatore Portale, Santo Purello, Giuseppe Rinaudo, Carmelo Rosano e Giuseppe Seminara.
Non appagati dal sangue sparso, decisero di entrare nelle case dove la gente si era rifugiata, di trascinare per strada gli uomini, percuotendoli con i fucili. Nella foga del momento, gettarono da un balcone una donna che aveva tentato di opporsi alla loro furia cieca.
Furono prelevate 300 persone, fra uomini, anziani e bambini. Li condussero in una grotta, in contrada San Vincenzo per fucilarli. 60 civili per ogni soldato morto…
Ad intervenire a favore dei civili furono le suore dell’Istituto Regina Margherita; una di loro, suor Anna Amelia Casini, dell’Ordine delle figlie di Sant’Anna, si offrì al posto dei prigionieri.
Dopo molte ore di angoscia, furono rilasciati la mattina del giorno successivo, compresa la religiosa che era rimasta con loro.
I soldati restarono in zona, saccheggiando e bruciando i villaggi vicini, poi ripresero la loro marcia verso il nord.
Questa storia rimase a lungo dimenticata, fino al 2002 quando, l’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, conferì a Castiglione di Sicilia la medaglia al valor civile.

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