Il mostro in famiglia

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A 9 anni, arrivò in famiglia l'uomo che cambiò la mia vita per sempre. Mi violentò per anni senza che nessun adulto si chiedesse il perché dei miei pianti quando uscivo da quella casa. ...
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Oggi vi lascio uno scritto importante, denso di significato, che ho ricevuto e che, in accordo con l’autrice, trasmetto a voi.  Si parla di dolore, di solitudine. Di una bambina lasciata in balia di un mostro, vestito di “famiglia”.
Si parla di abusi, di ricordi, di traumi. Si parla di ingiustizia, perché il mostro non ha pagato, perché la sua reputazione è salva.
Ma si parla anche di forza. Quella che ha LEI nel ripercorrere quei momenti, nel dire al mondo la verità che quelle lacrime silenziose nascondevano.
Leggo tante cose che mi toccano il cuore. Leggo e spesso soffro. Questa volta la sofferenza è una voragine, perché è qualcuno che conosco.
Vorrei dirle tante cose, ma non trovo le parole. Spero solo che il suo scritto arrivi al cuore di tante persone, come è arrivato al mio, che rompa il muro del silenzio, perché non ci siano più bambini con gli occhi spenti….

Cara Rosella, voglio raccontarti la storia triste di una bambina, circondata da tanti adulti, ma completamente sola. 
Viveva in un piccolo paesino, dove si sa tutto di tutti, dove si giudica se una ragazza o donna, ha la gonna troppo corta o il pantalone troppo stretto, se esce da sola con amici maschi, oppure se è troppo magra o troppo grassa, se esce troppo, o troppo poco, se è socievole o un po’ troppo timida. 
Si giudica troppo il prossimo (adulto). Ma non ci si accorge dei bambini… Su questo c’è un’omertà da far paura. 
Non si accorgono di quei bambini che hanno gli occhi spenti, dal sorriso forzato.
Io, fino all’età di 5 anni ero una bambina molto socievole…fin quando un parente tentò di abusare di me. 
Da allora mi chiusi in me stessa, senza che i miei genitori si chiedessero il perché. 
A 9 anni, arrivò in famiglia l’uomo che cambiò la mia vita per sempre. 
I miei genitori si fidavano ciecamente di lui, così divenni il suo giocattolo preferito. 
Mi mandavano a casa sua per aiutare mia zia che non stava bene. 
Mi violentò per anni senza che nessun adulto si chiedesse il perché dei miei pianti quando uscivo da quella casa. 
Mi chiedevano “perché piangi?” ma non sono mai andati dai miei genitori. 
Io non potevo parlare, non potevo. 
Mi minacciava e avevo mia sorella da proteggere. Anche se non ero io quella che la doveva proteggere.
Oggi ho 46 anni e da 2 vado in terapia. Pensavo di aver buttato fuori tutto, ma invece non è così. 
Da alcuni mesi sono iniziati a venir fuori ricordi che avevo totalmente cancellato. Quello che la mia dottoressa chiama “disturbo post traumatico da stress cronico”. 
Basta un profumo, un suono o semplicemente un luogo e si ripresentano ricordi che avevo totalmente cancellato dalla mia memoria. 
Quella persona, considerata da tutto il paese una persona per bene, era in realtà un demonio. Oltre ad abusare lui stesso di me, mi vendeva ad altre persone.
La prima volta che ho ricordato, credevo di essere impazzita, non riuscivo a credere che quell’essere immondo fosse arrivato a tanto. 
E invece si. 
In questi flash vedo visi ben distinti di uomini che non conosco, mentre di uno solo non riesco a vederne il viso. 
Tutto questo mi fa troppo male. 
Vorrei urlarlo a tutti. 
E invece non ci riesco. 
Ma ho promesso a me stessa che un giorno troverò la forza e il coraggio di urlarlo apertamente.

BIBLIOGRAFIA

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