La Maratona di Boston è la più antica tra le maratone annuali che si svolgono al mondo. La sua prima edizione, ispirata dal successo delle prime Olimpiadi dell’era moderna tenutesi nel 1896, venne infatti disputata nel 1897. Iniziata come manifestazione di rilievo locale, ha progressivamente iniziato ad attrarre atleti provenienti prima da tutti gli Stati Uniti e poi da tutto il mondo. La maratona era aperta solo agli atleti di sesso maschile fino al 1972. La prima donna che corse la maratona di Boston fu Roberta (Bobby) Gibb.


Non corse ufficialmente perché, pur presentando regolare domanda di iscrizione, venne respinta in quanto la competizione era riservata solo agli uomini. Roberta fu costretta a nascondersi tra gli alberi, nel boschetto vicino alla partenza. Si infilò tra i concorrenti, senza pettorale ufficiale, subito dopo lo sparo. Riconosciuta dagli altri atleti, ricevette solidarietà e portò a termina la sua corsa. La sua vittoria venne sancita e riconosciuta ufficialmente molti anni dopo. Era il 19 aprile 1966. Roberta riuscì nell’impresa anche nel 1967 e nel 1968.E molto più conosciuto l’evento del 1967, anno in cui Kathrine Switzer corse la maratona di Boston grazie ad uno stratagemma e gli organizzatori cercarono di strattonarla fuori dalla pista. La sua iscrizione alla maratona di Boston avvenne eludendo il divieto di partecipazione imposto alle donne: l’atleta, infatti, si registrò come “K.V. Switzer”, indicando, cioè, le sole iniziali del nome e del secondo nome. Ottenne il pettorale numero 261.Una volta avvedutisi del fatto, i giudici di gara cercarono di impedirle la continuazione, strattonandola per costringerla a uscire fuori dalla pista a tre chilometri dalla partenza. La Switzer, tuttavia, riuscì a resistere al tentativo di esclusione (aiutata dal suo fidanzato, anche lui iscritto alla competizione, che la protesse dall’aggressione) e portò a termine la gara nel tempo di 4 ore e 20 minuti.

Fu proprio la reazione violenta degli organizzatori a suscitare un movimento di opinione che portò all’apertura della maratona di Boston alle donne nel 1972, mentre l’anno prima, nel 1971, le maratonete erano già state ammesse alla competizione di New York. Dopo l’exploit di Boston, Kathrine Switzer si è impegnata in modo attivo per promuovere la partecipazione femminile alle maratone organizzate in vari paesi del mondo. Lei stessa ha preso parte a oltre trenta di tali competizioni, riuscendo anche a vincere la Maratona di New York nel 1974. La crescita del movimento atletico della maratona femminile ha poi portato alla successiva introduzione tra le specialità olimpiche nel 1984, in occasione delle Olimpiadi di Los Angeles. Il 17 aprile 2017, in occasione del cinquantenario della sua impresa, ha preso parte ancora una volta alla gara di Boston, indossando lo stesso numero di pettorale, il 261, della sua prima partecipazione. Gli organizzatori, in suo onore, hanno deciso di ritirare il pettorale 261 dalle future competizioni.
Fabio Casalini