La morte silenziosa di Maria

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LA MORTE SILENZIOSA DI MARIA

Maria è morta nel silenzio della miseria e del degrado.
È stata abbandonata agonizzante fra rifiuti, avanzi di cibo e lattine, stracci sporchi e cartacce.
Di lei resta un trafiletto su alcuni giornali poco conosciuti, sulla pagina di chi degli ultimi si è sempre occupato e la pietà di chi l’ha ritrovata in un parco cittadino a Roma.
È la mattina del 12 maggio scorso, un giorno come tanti. Un giovane, accompagnato dal suo cane, fa una passeggiata nell’area verde dedicata a Don Picchi, il prete che si occupava dei diseredati. Poco lontano da lì un condomino, un asilo e una strada molto trafficata, la Colombo.
Attorno a lui c’è chi cammina, chi corre, chi legge distrattamente il cellulare immerso nei propri pensieri.
Tra il verde ci sono alcune tende, segno di un insediamento abusivo, abitato da qualche disperato.
Il giovane nota un mucchio di stracci, da cui si scorge una sagoma umana, una donna. Qualcuno passando accanto a lui la vede e borbotta: “ecco… sarà ubriaca o drogata…”
Il suo cane abbaia. Si ferma lì accanto e abbaia ancora insistentemente. La donna non reagisce, non si muove.
Allora il ragazzo capisce che qualcosa non va, si avvicina e vede il suo volto, gli occhi vitrei, il volto pallido, gonfio e tumefatto, tracce di sangue.
Qualcuno l’ha picchiata, a mani nude, l’ha ridotta una maschera di dolore, poi, così come è arrivato, se ne è andato, disfandosi di quello scomodo fagotto.
Il giovane con il suo cane chiama i soccorsi, Maria respira ancora. Lotta per vivere.
In tanti l’hanno ignorata, sono passati oltre, hanno continuato la loro passeggiata, presi dalla loro vita.
Viene ricoverata in ospedale ma non ce la fa, le ferite sono troppo gravi.
Di lei si sa il nome, Maria.
È rumena e ha circa 30 anni.
Gli altri “coinquilini della strada” hanno detto che viveva con un uomo, che la picchiava spesso e la costringeva a fare la vita.
Maria è una delle tante vittime senza passato, una di quelle che forse nessuno piangerà.
Maria è una delle tante vittime di un uomo sbagliato, che l’ha sfruttata e quando non ha più avuto bisogno di lei perché forse era incinta, se ne è liberato.
Le autorità indagano per cercare di scoprire chi può averla picchiata fino ad ucciderla. Cercano anche di sapere se ha una famiglia in Romania, una madre che la sta aspettando, un padre che spera per lei un futuro migliore, fratelli e sorelle che la vorrebbero riabbracciare presto.
Maria per ora è una delle tante vittime invisibili di questa società che non ha spazio per gli ultimi, che non si ferma a vedere se quel fagotto è fatto solo di stracci, oppure lì sotto c’è una donna che sta morendo.
Maria qualcuno che l’ha voluta aiutare l’ha incontrato, peccato che era troppo tardi.
Maria ora è libera dalla miseria e dal suo aguzzino…


In memoria di Maria, che forse in pochi piangeranno ma che spero qualcuno ricorderà, oltre a quel giovane con il cane…

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